Onna, un percorso dentro il dolore

ONNA. Quando la processione con il Cristo morto è entrata nella piazza devastata del vecchio borgo di Onna decine di colombi si sono levati in volo. No, non era una scena preparata. All’arrivo delle fiaccole e al risuonare dei canti i colombi hanno abbandonato i loro anfratti ricavati fra le macerie delle case crollate. Ho provato a contarli. Mi sono convinto che fossero 40. Ma forse mi sbaglio. La processione del Cristo morto che si è svolta ieri sera a partire dalle 21 a Onna è stato un viaggio nel dolore. La statua, scortata dai vigili del fuoco è partita dalla nuova chiesa di legno e poi, seguita da decine di persone, si è inoltrata nel paese che non c’è più.

Ogni “stazione” un ricordo, un nome, una storia. La prima fermata davanti all’ex asilo in via dei Martiri e poi attraverso via delle Siepi il corteo dolente è giunto in via Oppieti. Per tutti è stato difficile trattenere le lacrime. Il percorso è stato illuminato dai potenti fari dei vigili del fuoco. I luoghi che il sei aprile di un anno fa sono diventati la tomba di 40 onnesi sono stati rischiarati dalle luci delle fiaccole. Alla testa della processione il parroco don Cesare Cardozo affiancato dai componenti della Congregazione di Maria Santissima della Grazie. Il ricordo di chi non c’è più è stato affidato ai parenti. Per ognuno un pensiero, struggente. Per tutti una preghiera.

Durante il tragitto ho per un attimo alzato lo sguardo verso il cielo. Ho visto le stelle, come le avevo viste in quella notte da incubo, quando mi sono ritrovato sul tetto della mia casa distrutta dopo che avevo tentato disperatamente di salvare i miei figli Domenico e Maria Paola. E ieri sera, alla quinta stazione, il Cristo morto è entrato nel cancello di via Oppieti 30. Il mio cancello. Si è fermato nel giardino dove avevo visto crescere quei fiori recisi da venti secondi di orrore. E poi la voce sommessa e spezzata delle madri, i singhiozzi dei papà, il lamento dei figli, le lacrime di chi ieri sera ha rivisto un paese cancellato dove la vita da un anno si è fermata, dove non ci sono più porte né finestre, dove c’è solo tanta desolazione. Eccola piazza San Pietro, la piazza davanti alla chiesa di Onna.

E’ lì, nel luogo che fu della festa e della vita comunitaria, che la processione ha fatto una delle sue ultime tappe. La luce artificiale ha dato ancor più il segno di un mondo svanito, di luoghi che non riconosci. E poi ancora il ricordo e la preghiera. Al corteo di Onna ha preso parte in rappresentanza dell’amministrazione comunale l’assessore Pierluigi Pezzopane. Fra i partecipanti anche Natale Castagna, imprenditore titolare della Novatex (azienda con stabilimenti in Lombardia e in Basilicata) che ha donato agli onnesi le colombe di Pasqua oltre a un contributo economico all’associazione Onna Onlus per la ricostruzione del paese.

L’ultima tappa della processione all’albero della memoria, nel cuore del nuovo villaggio provvisorio. Lì, sotto quell’albero al mattino del sei aprile di un anno fa furono poggiati coloro che non ce l’avevano fatta a uscire vivi da sotto le macerie. Ancora un pensiero poi il ritorno in chiesa con la morte nel cuore.