Pacchi di posta in giacenza «Centri di recapito in tilt» 

Giancola ( Slc Cgil): i clienti protestano per i ritardi nella consegna delle lettere e i postini sono esasperati per i carichi di lavoro eccessivi. Pronti alla protesta 

PESCARA . Centri di recapito sommersi dalle giacenze, clienti che si lamentano dei ritardi nella consegna della corrispondenza; bollette recapitate dopo la scadenza, portalettere esasperati dai carichi di lavoro e personale a tempo indeterminato progressivamente sostituito da contratti a termine, che ormai rappresentano il 20% della forza lavoro. Un clima, dice Massimo Giancola, responsabile regionale della Slc Cgil, sempre più teso, quello che si respira tra i 770 addetti al recapito impegnati in Abruzzo.
L’ORIGINE DEL PROBLEMA. Tutto nasce, spiega Giancola, dalla riorganizzazione dei servizi di recapito. L’accordo, in questo senso, è stato firmato l’8 febbraio del 2018, «ma è ancora lontano dal raggiungere gli standard qualitativi del precedente assetto organizzativo». Dallo scorso anno, oltre al recapito della corrispondenza tradizionale, Poste italiane ha introdotto la “Linea business”, con il recapito di pacchi.
I BILANCI. Dal punto di vista economico sembra che il primo obiettivo, quello del risanamento, sia stato raggiunto spiega Giancola, «grazie anche a un corposo ritocco delle tariffe di spedizione, e a una preoccupante, progressiva sostituzione dei lavoratori a tempo indeterminato (esodi incentivati, prepensionamenti) con quelli con contratto a termine». In passato, ricorda il sindacalista, il personale a tempo era perlopiù stagionale, legato alla fruizione delle ferie dei dipendenti stabili.
RIORGANIZZAZIONE AL PALO. «La riorganizzazione», dice Giancola, «è partita, ma di fatto non è mai decollata. I centri di recapito sono sommersi dalle giacenze, al punto tale da dovervi inviare il personale che ha già concluso il proprio turno per smaltire l’arretrato». I problemi più importanti, spiega ancora il rappresentante sindacale, si riscontrano nei centri di Roseto, dal quale dipendono Atri, Pineto e Giulianova, in quelli di Sulmona e Avezzano, a Tocco da Casauria e Montesilvano, «alle prese con molte giacenze e notevoli difficoltà». Nei centri di recapito «si naviga a vista e la lunga catena di pressioni si fa via via più intollerabile fino ad abbattersi sui portalettere, che hanno spesso lavorato oltre l’orario e subiscono contestazioni per un disastro di cui non hanno colpa».
I PROBLEMI. Per il rappresentante sindacale «le condizioni di lavoro sono peggiorate, in materia di tutela ed esigibilità dei diritti contrattuali e di sicurezza. Come gli operatori di Amazon», osserva Giancola, «anche quelli di Poste italiane addetti al recapito si sentono comandati da un algoritmo: la loro prestazione è dettata da calcoli matematici complessi, che spesso non tengono conto delle reali difficoltà nello svolgimento dell’incarico. In questo quadro di emergenza senza fine salta tutto, i buoni propositi, la collaborazione, la solidarietà il lavoro di squadra, e anche i diritti più elementari . Tutto questo ha portato, mese dopo mese, all'esasperazione del clima nei posti di lavoro, all'aumento degli infortuni e dell’assenteismo, al proliferare delle contestazioni disciplinari, al peggioramento della qualità del servizio».
LA PROTESTA. La Slc Cgil Abruzzo già a marzo aveva scritto al management dell’azienda. Ora però il sindacato è pronto ad azioni di protesta e si riserva di definire le iniziative più opportune, «in assenza di riscontri concreti, per il ripristino di regole condivise e dettati contrattuali».
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