Pedaggi sull'Asse attrezzato Pescara-Chieti e sulla Teramo-mare, il centrodestra insiste

L'opposizione insiste sul rischio nuovi ticket. Regione e Strada Parchi smentiscono

PESCARA. Nei giorni scorsi, sia la società che gestisce le autostrade A 24 e A25 (la Roma-L'Aquila-Teramo e la Torano-Pescara), Strada dei Parchi spa, sia il presidente della giunta regionale abruzzese, Luciano D'Alfonso, avevano smentito l'ipotesi dell'introduzione di un pedaggio sull’Asse attrezzato di Pescara e sulla Teramo mare. Ma ieri, il capogruppo in consiglio regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, i consiglieri regionali di Forza Italia Mauro Febbo e Paolo Gatti, e il collega del Nuovo centrodestra, Giorgio D'Ignazio, hanno ribadito l'ipotesi del pedaggio. «Le carte che abbiamo a disposizione», sottolinea Sospiri, dopo una richiesta di accesso agli atti effettuata lo scorso 9 marzo, «confermano le nostre preoccupazioni».

Dal documento emerge che Strada dei parchi avrebbe presentato il 9 aprile 2015, il progetto preliminare di ristrutturazione di A24 e A25, nei tratti oggetto di rilievi sismici. «Ma in più», continua Sospiri, «in esso si fa riferimento alla realizzazione di una barriera di esazione sia sull'asse attrezzato (V 07 Pescara Centro), sia sulla Teramo mare (V 08 - Variante SS 80): attraverso il pedaggio quindi ci sarebbe la possibilità di coprire, almeno in parte, i costi degli interventi». I tratti che sarebbero sottoposti a pedaggio, sono quelli che vanno dal cementificio, per quanto riguarda l'Asse attrezzato, fino a Brecciarola, mentre per quanto riguarda la Teramo mare, il tratto è quello che dall'uscita dell'autostrada di Mosciano Sant'Angelo arriva a Giulianova. «Ora, non è detto che il progetto preliminare venga approvato», precisa Sospiri, «ma perché negare la sua esistenza?».

La stessa richiesta viene da Febbo. «Diciamo no senza “se” e senza “ma” all'eventualità del pedaggio», rimarca il consigliere regionale di FI, «al tempo stesso chiediamo a D'Alfonso di essere più chiaro nelle sue posizioni e di esprimersi favorevolmente in occasione del referendum sulle trivelle».

«Noi vorremmo», evidenzia invece D'Ignazio, «che anziché di pedaggi, si parlasse del completamento della Teramo mare, che al momento arriva solo fino a Mosciano». Il centrodestra ha annunciato che presenterà sull'argomento una risoluzione.

Ma sull’ipotesi-pedaggi arrivano puntuali, anche questa volta, le smentite. «Non ci sarà nessun pedaggio dell’Asse attrezzato di Pescara né della superstrada Teramo-mare», risponde in una nota Strada dei Parchi ribadendo quanto già precisato la scorsa settimana: «Non ci sarà pedaggio e non ci sarà il passaggio della gestione delle due strade sotto la responsabilità di Strada dei Parchi».

Circa le carte divulgate dal centrodestra, la spa del Gruppo Toto sostiene che, sì, si tratta di documenti presentati al ministero nel 2014, una prima volta, e dove si avanzava la proposta di adeguamento da superstrada ad autostrada dei due tratti in questione: «Ma proprio il confronto con gli Enti ha fatto emergere che non ci sarebbe stato nessun cambiamento di status sia per l’Asse attrezzato sia per la Teramo-mare. Entrambe resteranno come sono oggi».

Strada dei Parchi aggiunge di aver presentato al Mit, il 10 febbraio, una nuova proposta di piano, «che appunto esclude sia la trasformazione in autostrada delle due arterie sia l’introduzione del relativo pedaggio».

«Sarebbe bastato rivolgersi all’Anas e scoprire così che il prolungamento della Teramo-mare è già stata progettata e inserita tra i finanziamenti a valere sul Masterplan; allo stesso modo, ci si sarebbe accorti che l'Asse attrezzato sarà prolungato fino al porto di Pescara e che, sempre Anas, ha in progetto la terza corsia», è la replica diel consigliere del pd Camillo D’Alessandro. Che è disposto a scommettere: «Propongo che se anche questa volta i venditori di fumo del centrodestra dovessero avere torto, simbolicamente restino zitti per 90 giorni . Qualora dovessi avere torto io, farò altrettanto». Ma Sospiri tira dritto: «Strada dei Parchi mostri la nuova proposta».

Vito de Luca

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