LO STUDIO

Pescara, Martinsicuro e Fossacesia a rischio inondazione in 80 anni

Sono state inserite dall'Enea fra le sette nuove aree costiere maggiormente esposte a causa dell'innalzamento del mar Mediterraneo

ROMA. Pescara, Martinsicuro (la foce del Tronto) e Fossacesia (la foce del Sangro) sono fra le sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione a causa dell'innalzamento del mar Mediterraneo: dall'Abruzzo alla Puglia, dalla Sicilia alla Sardegna e alla Toscana. È questa la stima dell'Enea, grazie a nuove misure, sulla perdita di decine di chilometri quadrati di territorio dell'Italia entro fine secolo. Salgono così a una ventina in totale le aree costiere in pericolo a causa dei cambiamenti climatici e delle caratteristiche geologiche del nostro Paese.

Il convegno dell'Enea

Secondo l'Enea - che ha presentato a Roma, in un convegno dedicato a cambiamenti climatici e innalzamento del mar Mediterraneo, le nuove mappe del rischio allagamento - oltre alle aree costiere di Pescara, Martinsicuro (Teramo e la foce del Tronto)e di Fossacesia (Chieti), vi sono Lesina (Foggia), Granelli (Siracusa), Valledoria (Sassari) e Marina di Campo sull'Isola d'Elba.

La simulazione di Pescara allagata, nella ricostruzione piazza Italia con palazzo di Città e il lungofiume (fonte Enea)

Le altre aree già individuate riguardano quella compresa tra Trieste, Venezia e Ravenna, il golfo di Taranto, Oristano e Cagliari; ma anche la Versilia in Toscana, Fiumicino e Fondi nel Lazio e la zona dell'Agro pontino, mentre in Campania il rischio ricade sulla piana del Sele e sul Volturno, in Sicilia sull'area di Catania e alle Isole Eolie. Alla giornata di lavoro sul clima, organizzato dall'Enea, prendono parte esperti italiani e internazionali tra cui il ministero dell'Ambiente, il Mit di Boston, il Cnr, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici); al convegno è stato presentato un nuovo modello climatico sul quale Enea sta lavorando in collaborazione col Mit, e che integra grazie a un supercalcolatore dati oceanografici, geologici e geofisici per ottenere previsioni sull'innalzamento del mar Mediterraneo più dettagliate e a breve termine.