«Più spazio alle donne in Regione» 

Nuova legge sulla doppia preferenza, per Marinella Sclocco è solo il primo passo

PESCARA. Il consiglio regionale ha approvato martedì la legge che introduce la doppia preferenza di genere alle elezioni. Per Marinella Sclocco, che l’ha proposta, è l’inizio di una rivoluzione culturale. Lo spiega in questa intervista.
Assessore Sclocco perché è una conquista?
«Perché è necessario che all’interno delle istituzioni, in questo caso la Regione, le donne siano più presenti. Io so quant’è difficile fare una campagna elettorale. Le ho fatte senza nessun tipo di strumento che aggiustasse le quote, ma sono sempre stata eletta da sola. Ero l’unica donna all’opposizione e sono l’unica oggi in maggioranza».
Come si traduce in termini pratici la nuova legge sulla doppia preferenza di genere?
«È uno strumento che diamo in mano all’elettore che adesso ha una nuova facoltà, quella di poter scegliere di votare come prima, quindi o solo un uomo o solo una donna, oppure di avere quest’altra opportunità, di votare per due persone scrivendo due nomi di due generi diversi. Questa è la nuova opportunità».
Come inciderà sull’esito elettorale?
«Gli studi che sono stati fatti negli ultimi anni dicono che questa correzione della legge elettorale delle Regioni portato a un aumento del 30% del numero di donne elette. Le donne devono partecipare, devono far parte delle istituzioni perché il nostro sguardo è diverso e deve essere rappresentato, cosa che adesso non succede».
L’Abruzzo arriva tardi rispetto alle altre regioni?
«Non siamo gli ultimi, tutti si stanno adeguando. La prima è stata la Campania, poi c’è stata la Sardegna, se ne sta discutendo in Puglia e in Calabria. Sicuramente il nostro passo avanti darà un nuovo slancio anche ad altre regioni. Non siamo i primi ma neanche gli ultimi»
Però in Abruzzo il dibattito va avanti da molto tempo e finora non aveva mai trovato una naturale realizzazione. Cos’era accaduto in passato?
«Presentai la prima volta questa legge sei anni fa. C’era il governo Chiodi. Si votò a scrutinio segreto e votarono solamente in sei. Non so dire chi erano. Certamente io votai favorevolmente. L’ho ripresentato due anni fa e che cosa è successo? C’è stata una legge dello Stato che di fatto obbliga le Regioni a trovare degli strumenti per il riequilibrio di genere. Quindi ogni Regione si sta attrezzando, c’è chi ha messo la doppia preferenza come noi o chi ha messo la tripla, come per le europee. Ogni Regione è autonoma per trovare strumenti di riequilibrio».
È obbligatorio adottare questa legge?
«Sì, altrimenti le votazioni regionali potrebbero essere invalidate. C’è un obbligo ma, come tutti gli strumenti, può essere usato bene e male. Per di più è uno strumento in mano ai partiti. Qualcuno mi dice che potrebbero scegliere le donne dicono sempre di sì. Rispondo che non dovrà essere così perché le donne hanno le stesse competenze e la stessa caparbietà, anzi ne hanno molta di più degli uomini. Quindi questa legge le aiuterà a emergere».
Qual è l’immagine che vorrebbe abbinare a questa legge?
«Il percorso per le pari opportunità è lunghissimo e lastricato di pericoli, ostacoli, curve e salite. L’immagine è quella che ha fatto il giro del mondo del nuovo premier spagnolo con il suo governo composto da undici donne sei uomini. Noi siamo essenziali, il maschile e il femminile sono essenziali per far crescere la comunità». (l.c.)