Prostata e calcoli, ecco come curarsi

Macchinari d’avanguardia e terapie chirurgiche innovative: a chi rivolgersi in Abruzzo fra strutture pubbliche e private

CHIETI. Dal tumore della prostata ai calcoli, curarsi in Abruzzo non è difficile. L’urologia abruzzese offre competenze mirate, anche quella di aiutare chi vuole cambiare sesso a farlo e ora si arricchisce di una novità che supera le ultime frontiere dell’innovazione: un robot per la chirurgia urologica. Succede nell’ospedale di Chieti, dove l’apparecchiatura all’avanguardia servirà anche ad altre specialità, come ginecologia e chirurgia generale.

La macchina è in grado di superare con la fermezza metallica il tremolio della mano umana, anche di quella più esperta, realizzando tagli chirurgici di precisione millimetrica con salvaguardia massima della funzionalità e dell’anatomia degli organi interessati dall’intervento. Incontinenza e impotenza post intervento alla prostata, per esempio, possono essere scongiurati più facilmente.

La precisione dei movimenti, poi, dà modo di effettuare operazioni anche con una sola piccola incisione e questo sembra particolarmente positivo nel caso di interventi su tumori al rene.

L’urologia abruzzese, però, oltre all’applicazione chirurgica, che in campo oncologico la fa da padrona, significa anche cura dei calcoli, con una metodica di bombardamento a ultrasuoni, litotrissia, che li frantuma perché vengano in un secondo momento espulsi naturalmente dall’organismo attraverso l’urina.

Poi c’è l'uroginecologia, il lato rosa della materia, in cui la clinica universitaria di Teramo riconosce la propria peculiarità. Rientrano in questa branca problematiche come la cistite interstiziale o l’incontinenza, che significano spesso imbarazzo per le donne e talvolta autoesclusione dalla vita sociale. C’è da dire che i diversi reparti sparsi sul territorio, per lo meno in ambito pubblico, sottolineano la capacità di intervenire a 360° sulle problematiche urologiche.

Tuttavia colpiscono alcune particolarità. A Chieti, ad esempio, dal 2011 vengono fatti interventi per cambiare sesso e presto nascerà un centro multispecialistico, per aiutare i pazienti nel lungo percorso assistenziale.

In Abruzzo, infine, va registrata una presenza eccessiva di urologie ospedaliere, ben otto nel pubblico e quattro nel privato accreditato.

Gli specialisti lo riconoscono. Carlo Vicentini, direttore dell’urologia teramana, richiamando orientamenti su una urologia ogni 300-350 mila abitanti, ne suggerisce 4 in totale, una in ogni capoluogo, ma a patto che ognuna sia dotata di almeno 14-16 medici. Il collega aquilano, Luigi Di Clemente, aggiunge la necessità di prevedere al contempo negli ospedali minori attività ambulatoriale e di day surgery.

C’è poi la posizione più radicale di Raffaele Tenaglia, nel teatino, che in Abruzzo lascerebbe solo una urologia, aperta 24 ore su 24, iperspecialistica, attiva anche sui trapianti, accompagnata da un’efficace rete urologica territoriale.

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