La corona con le 56 rose e l'orario delle 11,38 portata da Francesco D'Angelo (foto di Giampiero Lattanzio)

LA COMMEMORAZIONE

Rigopiano: una corona con 56 rose, tante quante le richieste d'aiuto

I parenti delle 29 vittime: dall'iniziativa del fratello di Gabriele D'Angelo, alla rabbia della madre di Feniello. E Tanda rivela: «Oggi qualcuno ha detto "abbiamo sbagliato, siamo andati in blackout"»

FARINDOLA. «Adesso il presidente della Repubblica manda una corona, ma cosa ci fa una mamma adesso? Dovevano mandare uno spazzaneve due anni fa. Ecco che cosa dovevano fare». Le parole della madre di Stefano Feniello infrangono il silenzio ed affiorano dal profondo del dolore della tragedia di Rigopiano. Al termine della commemorazione delle 29 vittime, la donna e il marito, genitori del ragazzo che due anni fa nel resort travolto dalla valanga stava festeggiando il compleanno insieme alla fidanzata (sopravissuta), si avvicinano al totem-ricordo di Rigopiano. Mentre lui parla con il ministro Matteo Salvini, lei grida la disperazione e la rabbia di una madre che non si dà pace. E al marito, che è stato di recente condannato per aver violato i sigilli dell'area del resort sotto sequestro, Salvini racconta di aver detto di non pagare un euro della multa da 4.550 euro: "Ci manca giusto di essere multati per andare a portare i fiori al figlio. Se c'è una legge sbagliata, cambieremo questa legge". Piccoli, profondi frammenti della giornata del ricordo che si è celebrata a Rigopiano. Estemporanee di lucida commozione e sete di verità. «Dobbiamo fare giustizia perché è assurdo quello che è successo, anche quello che stiamo vedendo negli ultimi giorni», afferma l'altro vice premier Luigi Di Maio, anche lui a Rigopiano, questa volta al fratello di Gabriele D'Angelo, vittima di Rigopiano. D'Angelo mostra al vicepremier una corona di fiori, rose bianche: «L'ho fatta per le 56 richieste di aiuto di mio fratello. Sopra c'è l'orario: le 11,38 quello della sua richiesta di aiuto che nessuno ha dichiarato».

Altro frammento di questa giornata arriva da Gianluca Tanda, del Comitato vittime. Poco prima della partenza della fiaccolata, rivela: «Non faccio nomi ma ho notato, tra le istituzioni presenti, una persona dire a Salvini "abbiamo sbagliato. Siamo andati in blackout" riferendosi ai soccorsi. Noi oggi siamo qui per ricordare i nostri cari, ma purtroppo questa giornata è sporcata dalla ricerca della verità. Il nostro desiderio è sapere: è fondamentale conoscere tutta la verità». E sulla presenza dei due vice premier: «La loro presenza è fondamentale. Siamo stati noi a chiedere di incontrarli ancora, lo Stato deve capire che c'è una parte delle istituzioni che sbaglia. È fondamentale conoscere tutta la verità. Fino ad ora ne abbiamo una parte, ma ne manca molta e prima o poi uscirà fuori. Siamo fiduciosi per le istituzioni buone, quelle che lavorano bene tutti i giorni». (a.mo.)