Sì alla caccia ai cinghiali anche sul litorale

Passa in commissione la modifica al regolamento. Da gennaio si può sparare nelle aree non vocate

I confini della caccia ai cinghiali sono destinati a cambiare. In un periodo ritenuto di emergenza per l’alta presenza di ungulati, la commissione regionale Agricoltura sta valutando la proposta di modifica al regolamento della Primavera del 2014 che allarga la caccia nelle zone “non vocate”, cioé nelle aree collinari e del litorale,a ridosso delle Riserve, oltre che in quelle montane. Dal momento che la proposta è stata presentata dalla maggioranza e a suo dire condivisa con le organizzazioni agricole, dei cacciatori e con i sindaci dei Comuni dove sono stati riscontrati più danni nelle colture, essa ha molte probabilità di passare e di arrivare su un binario diretto in consiglio regionale.

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La commissione, presieduta da Lorenzo Berardinetti (Pd), affrontava la questione per la terza volta ed è arrivata a un punto di svolta. Sulla scia di una serie di indicazioni (vedere tabelle accanto) confluibili in un dato: i danni da cinghiale in Abruzzo rappresentano il 90% dei danni totali provocati da tutta la fauna selvatica. Troppi i cinghiali da abbattere, troppe le loro irruzioni nei campi, troppi i risarcimenti, troppi gli avvistamenti nelle spiagge. E alto è anche diventato un problema di ordine pubblico a causa dei numerosi incidenti stradali (uno dei quali mortale nel Chietino) avvenuti a causa della presenza di ungulati. Dopo una serie di approfondimenti, è stato deciso di consentire la caccia (con il sistema a braccata da parte degli Atc, le associazioni territorali di caccia) anche nelle aree dove i cinghiali non dovrebbero esserci ma sono arrivati lo stesso. «Con questa modifica puntiamo all'eradicazione degli ungulati nelle aree non vocate», spiega l’obiettivo l’assessore Dino Pepe (Pd).

L’altra modifica al Piano riguarda la programmazione e la pianificazione dell’attività venatoria tornata di competenza della Regione dopo lo stop alle Province. «In questo caso c’è un confronto non un pensiero unitario», premette Pepe, «noi vorremmo che i piani regionali di contenimento diventassero un piano unico regionale condiviso con gli 11 Atc per fare in modo che la caccia di selezione inizi prima possibile e su tutto il territorio regionale». Forza Italia chiede che i piani faunistici siano di competenza degli Atc. C’è inoltre l’impegno formale da parte della Regione di eliminare la tassa di 7,70 euro per l'esame trichinoscopico da effettuare sulle carcasse degli ungulati una volta abbattuti. Attualmente la caccia di selezione non trova uniformità nelle province. L’Atc Vastese ad esempio si rifiuta di applicare il regolamento generando una sorta di sciopero dei cacciatori. Ma se la modifica passa, tutto può cambiare a partire da gennaio.

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