Sanitopoli Abruzzo, all’esame del processo bis l'associazione a delinquere

Ecco il dispositivo della condanna della Cassazione per 850 mila euro di tangenti Del Turco sul banco degli imputati a Perugia. Con Lamberto Quarta e Cesarone

PESCARA. «Nuovo giudizio sul punto». E il «punto» è l’associazione a delinquere per le tangenti nella sanità abruzzese. È questo il fronte ancora aperto del processo Sanitopoli. Ci sarà un altro capitolo, intitolato processo bis, nello scandalo che il 14 luglio 2008 decapitò la giunta di centrosinistra. A scriverlo sarà la Corte d’Appello di Perugia: è lungo appena due pagine il dispositivo della Corte di Cassazione che ha condannato l’ex governatore Ottaviano Del Turco, 72 anni, per 850 mila euro di mazzette prese in tre volte, tra il 2006 e il 2007, dall’ex re della sanità privata Vincenzo Angelini, all’epoca titolare di Villa Pini a Chieti. Induzione indebita, questo il reato che è costato la condanna a Del Turco. Una condanna che l’ex sindacalista Cgil ed ex ministro delle Finanze non accetta: lui continua a giurare che quei soldi non li ha mai presi.

Insieme alla condanna, la Cassazione ha ordinato un processo bis a carico dell’ex governatore di Collelongo, dell’ex assessore Lamberto Quarta, 61 anni di Chieti, e dell’allora capogruppo in Regione della Margherita Camillo Cesarone, 59 anni di Chieti: un «nuovo giudizio» per accertare l’ultima verità. Se le tre tangenti sono passate in giudicato, resta da chiarire solo l’aspetto dell’associazione a delinquere, cioè il famoso capo 11 con le sue 7 pagine di accuse contenute nell’ordinanza di arresto di oltre 8 anni. Pagine che raccontano della presunta costituzione di un gruppo criminale per intascare le tangenti della sanità privata. Alla luce della decisione sulla sussistenza del reato, la Corte di Perugia sarà chiamata anche a rivalutare la «determinazione della pena» a carico di Del Turco (condannato in primo grado a 9 anni e 6 mesi a Pescara, pena ridotta in appello a 4 anni e 2 mesi all’Aquila), Quarta (6 anni e 6 mesi in primo grado, 3 in appello) e Cesarone (9 anni in primo grado, 4 in appello).

Ma la prescrizione per l’associazione a delinquere è vicina e dovrebbe scattare tra il 2017 e il 2018: Del Turco, Quarta e Cesarone sono considerati i «promotori» del gruppo finalizzato a «deviare e condizionare illegalmente» le scelte nella sanità regionale e quindi soggetti a una prescrizione di quasi 10 anni e non di 7 mezzo come i semplici partecipanti. Proprio a causa del tempo volato, un verdetto finale la Cassazione l’ha già dato: si ritrovano ormai fuori dalla contestazione originaria di associazione a delinquere per prescrizione gli ex assessori Bernardo Mazzocca, 57 anni di Caramanico, e Antonio Boschetti, 50 anni di San Salvo, e l’ex direttore generale della Asl di Chieti Luigi Conga, 61 anni di Chieti. E Mazzocca, assistito dall’avvocato pescarese Ugo Di Silvestre, potrebbe uscire indenne dal processo e dalla partita dei risarcimenti danni: si saprà tra due mesi quando saranno rese note le motivazioni. E a Perugia si parlerà pure dei soldi per le parti civili, a partire dalla Regione e dalla curatela fallimentare di Villa Pini. Perché la Corte sarà chiamata a ricalcolare le «statuizioni civili»: alla Regione era stato accordato un iniziale risarcimento di 10 milioni ridotto in appello a due. Invece, la curatela di Villa Pini, con la condanna di Del Turco, ha già messo in cassaforte una cifra considerevole. Niente risarcimenti per l’ex deputato di Forza Italia Sabatino Aracu, 63 anni: dovrà pagare solo le spese legali alle parti civili. ©RIPRODUZIONE RISERVATA