«Scuola, a rischio 1.200 posti»

Il Pd lancia l'allarme: da settembre situazione ingestibile in Abruzzo

PESCARA. Quasi 1.200 posti di lavoro rischiano di sparire il primo settembre dalle scuole abruzzesi, con un'impennata del numero di alunni per ogni classe tale da rendere ingestibile l'attività scolastica. Il Partito democratico lancia l'allarme sullo stato di salute del sistema scolastico abruzzese, sul quale il primo settembre rischia di abbattersi una tegola molto dolorosa.

Proprio per incontrare il mondo della scuola (nella foto a destra una manifestazioone di protesta contro i tagli) e presentare le proposte di riforma, ieri è giunta a Pescara Francesca Puglisi, responsabile nazionale del Pd per il settore scuola. Con lei hanno discusso insegnanti, personale amministrativo e tecnico della scuola e genitori nel corso di un incontro che si è svolto, ieri pomeriggio, nella sala Figlia di Jorio del palazzo della Provincia a Pescara.

Il rischio dei tagli si inserisce in una panorama, quello della scuola in Abruzzo, che è drammattico anche per altri motivi. Un recente studio Irsef-Irfed- Federico Caffè della Cisl Abruzzo, rielaborato dal rapporto di Legambiente «Ecosistema 2010», parla di un 63 per cento delle scuole abruzzesi a rischio sismico con fabbricati vecchi, spesso carenti di manutenzione e di interventi per la sicurezza. Con il 53,21% degli edifici costruiti tra il 1940 e il 1974, rispetto a una media nazionale del 42,31%, una scuola abruzzese su due avrebbe bisogno di interventi urgenti e, in molti casi, di nuove sedi; e con solo il 42,50% degli edifici scolastici ha avuto lavori di manutenzione straordinaria negli ultimi cinque anni (il 48,95% in Italia).

«Al decreto Brunetta si aggiungono la Finanziaria e la non ripetibilità del finanziamento straordinario concesso dopo il terremoto», denuncia il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, «con il risultato che ci sono circa 1.200 fra docenti e personale amministrativo che rischiano concretamente di perdere il posto di lavoro. come se chiudesse una delle più grandi fabbriche della nostra regione».

Si tratta, sottolinea Paolucci, «di padri e madri di famiglia con contratti a tempo determinato, personale qualificato spesso di 40-45 anni del quale l'Abruzzo non può permettersi di fare a meno».

A peggiorare il quadro, evidenzia Paolucci, c'è anche il rischio «di iscrivere i propri figli a classi con più di 30 alunni anche alle elementari, condannando la scuola pubblica a rinunciare al proprio ruolo educativo e formativo: la scuola si trasformerà in un badantato».

«Sulla scuola occorre investire e non tagliare», propone Paolucci, «specie in momenti di crisi. Il futuro di un territorio si costruisce dal basso e certo non dimezzando le opportunità formative delle nuove generazioni».

«La destra sta affossando la scuola italiana», conclude il segretario regionale del Partito democratico. «Noi vogliamo invece cambiarla per farla crescere».

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