Scuola, calano le iscrizioni Nel 2010-11 previsti oltre 1.300 alunni in meno

Leonzio (Cisl): «Preoccupa la secondaria di 2º grado Il dato inciderà sui tagli dei posti di lavoro»

PESCARA. Nell’anno scolastico 2010-2011 il numero degli alunni delle scuole abruzzesi scenderà complessivamente di 1.194 unità: da 152.609 iscritti nell’anno in corso a una previsione di 151.415. Una flessione che risulterà molto evidente nella scuola secondaria di secondo grado che perderà 956 allievi, passando dai 60.624 del 2009 ai 59.668 previsti per il prossimo anno scolastico.

Mentre nella scuola secondaria di primo grado si conteranno 189 studenti in meno: dalle 36.813 iscrizioni del 2009-10 alle 36.624 previste per il 2010-11.
Va meglio nella scuola primaria dove le iscrizioni nell’anno scolastico 2010-11 saranno 55.123, appena 49 in meno rispetto al’anno precedente.
Si tratta dei dati relativi alle iscrizioni degli alunni nella regione comunicati dal ministero dell’Istruzione. «Il calo degli alunni», commenta Andrea Leonzio, segretario regionale della Cisl Sciola «inciderà in modo ancora più pesante sull’imminente taglio dei posti di lavoro nella scuola, con ricadute negative sulla qualità dell’offerta formativa e sul numero di coloro che perderanno il posto di lavoro».

Secondo il sindacalista «è preoccupante la forte dimunizione di iscritti nella scuola secondaria di secondo grado, dovuta a una insufficiente attività di orientamento e a una persistente incapacità di riduzione del tasso di dispersione scolastica».
Questo si riflette sul mondo del lavoro: «Occorre ricordare infatti», aggiunge Leonzio «che le imprese abruzzesi sono spesso costrette a impiegare prevalentemente figure professionali in possesso della sola licenza media con una percentuale del 41,5%. La precentuale dei lavoratori che vengono assunti con il diploma di scuola secondaria di secondo grado è del 36,7% rispetto a una media nazionale del 40,5%».

Il calo di iscritti nelle scuole abruzzesi è sensibilmente più alto rispetto alla media italiana: 0,78% contro lo 0,11% nazionale. L’Abruzzo ha la nona peggiore posizione in Italia e tra le regioni con segno negativo è quella che flette meno. Le altre hanno tutte segno positivo, almeno nel dato complessivo.

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