«Se non paghi le tasse sei come un mafioso»

Nel 2012 la storica sentenza del tribunale di Lanciano contro un imprenditore Aveva evaso per 10 milioni e il giudice lo equiparò a un boss della malavita

ATESSA. Nell’elenco regionale dei beni sequestrati e/o confiscati, secondo la legge antimafia, ce ne sono più di quaranta ricadenti nel territorio del comune di Atessa. Un dato nuovo nel panorama abruzzese che è dovuto a i un caso che fece scuola e non solo nella nostra regione perché il Tribunale di Lanciano, nel 2012, applicò per la prima volta la legge antimafia a un imprenditore, evasore totale per oltre 10 milioni di euro per tasse mai versate in venti anni di attività.

La sentenza (Francesco Menditto, procuratore della Repubblica di Lanciano, che ha seguito l’indagine effettuata dalla Guardia di Finanza di Chieti) stabilì che V.P., allora 47enne, era evasore da sempre. E per questo fu equiparato a un mafioso per quanto riguarda il sequestro dei beni.

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Ad Atessa i beni sequestrati, tutti dati in gestione, sono abitazioni indipendenti, quattro appartamenti in condominio, cinque negozi/botteghe, quindici terreni (di cui otto agricoli), oltre a box garage e posti auto. Dalle indagini emerse che da almeno due decenni l’imprenditore frentano non pagava mai le tasse. IL conto finale fu pari a 10 milioni di euro. I beni furono prima affidati a un custode giudiziario per poi essere, come spiegò il procuratore, «confiscati e ceduti ai Comuni per uso sociale». Si tratta di quote sociali di quattro società, di cui 3 immobiliari, di 72 tra appartamenti e terreni, di 12 automezzi e conti correnti bancari.

I beni si trovano per lo più in territorio frentano, tra Atessa, Lanciano, Altino, Casalbordino, Castel Frentano, Mozzagrogna Perano, Santa Maria Imbaro, Tornareccio, Treglio, Montesilvano. Sequestrata anche una mega villa da dodici camere, valore di oltre 2 milioni di euro tra Atessa e Perano.

Nel corso delle indagini furono identificati i prestanome e le operazioni bancarie, dai prelievi sostanziosi ai mutui ottenuti senza particolari garanzie. La novità, come detto, fu che per la prima in Italia si è offerta una nuova interpretazione alla lotta all’evasione fiscale per i grossi evasori abituali. «Colpiamo i patrimoni per colpire i delitti e, a confisca definitiva, i beni potranno essere attribuiti ai comuni per finalità sociali», disse il procuratore capo.

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