AMBIENTE Le indiscrezioni di Di Pietro sul piano energetico Il presidente Catarra: a Teramo nessun problema

Siti nucleari, trema Casalbordino

Il sindaco pronto a rischiare l’arresto contro la centrale «vista mare»

PESCARA. Poche settimane fa il consiglio municipale aveva approvato la denuclearizzazione del Comune, ma da ieri Casalbordino teme di diventare uno dei siti abruzzesi scelti per ospitare una centrale atomica. L’altra ipotesi riguarda una non specificata località teramana, secondo quanto ha affermato il leader dell’Idv Antonio Di Pietro a un banchetto del partito in via Pepe, a Pescara, dove lunedì si raccoglievano firme per un nuovo referendum contro il nucleare. Indiscrezioni che hanno letteralmente scosso la cittadina del Vastese. Il sindaco Remo Bello (Pd) si dice preoccupato, ma anche molto arrabbiato perché i Comuni, che pure dovrebbero essere ascoltati per primi su temi di così grande impatto per gli interessi di una comunità locale, sono di norma bypassati da decisioni che scendono regolarmente dall’alto.

Con chi è arrabbiato il sindaco? «Per ora non abbiamo conferme alle parole dell’onorevole Di Pietro», spiega, «certo è che l’indicazione di Casalbordino è chiara e circoscritta, diversamente da quel che lo stesso Di Pietro dice a proposito del Teramano».
Non crede allo «scoop» di Di Pietro? «Al contrario. Di Pietro non avrebbe mai fatto un’affermazione così grave senza averla letta e verificata da qualche parte. Per questo sono preoccupato. Di più, sono imbestialito. Siamo di fronte a una questione di gravità inaudita».

E se il sindaco Bello trema alla sola idea che di un tale progetto si possa semplicemente discutere, più tranquillo si presenta il presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra, raggiunto telefonicamente a Bruxelles, dove ieri ha partecipato al Patto dei sindaci con il Parlamento europeo. Catarra (Pdl) sposa la linea Chiodi: «Non so dove Di Pietro abbia appreso questa notizia. A me risulta che, sul piano nazionale, l’Abruzzo non viene neppure nominato. Se Di Pietro spiegasse un po’ meglio quel che dice, forse aiuterebbe tutti noi a capire di cosa si sta parlando».

A Casalbordino invece, salvo smentite ufficiali che fino a oggi non ci sono state, la mobilitazione è alle porte. «E pensare che solo pochi giorni fa abbiamo approvato la delibera sul Comune denuclearizzato. Sono pronti persino i cartelli stradali: dite voi se questa non è una beffa!». Il sindaco è contrario alle centrali nucleari, a Casalbordino come altrove. «Purtroppo, ritengo fondata e circostanziata la comunicazione di Di Pietro su Casalbordino» riprende Bello. «E per quanto mi riguarda farò il possibile per evitare che uno scenario del genere si realizzi». Il sindaco medita iniziative clamorose. «Mi arrestassero pure» aggiunge promettendo di essere pronto a tutto.

Ma quale sarebbe il luogo scelto per Casalbordino? Molto probabilmente una centrale «vista mare», sul colle di località Termini. Sito che sorge a una cinquantina di chilometri da Termoli, la città molisana di cui da tempo si parla come la possibile sede di un’altra centrale. «Per Casalbordino», azzarda il sindaco, «temo si stia meditando la riconverversione della Esplodenti Sabino». Fabbrica tristemente nota per gli incidenti accaduti nel recente passato. «Non vorrei», prosegue, «che il ministero voglia puntare su questo insediamento che tra le altre cose opera al servizio della Nato e della Nasa».

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