Il consiglio regionale approva la legge che supera il regime delle proroghe automatiche

Spiagge, concessioni per 20 anni

L’assessore Di Dalmazio: i permessi legati agli investimenti

PESCARA. Le imprese balneari abruzzesi potranno chiedere l’estensione della durata della concessione demaniale fino a 20 anni. Lo stabilisce la legge regionale approvata ieri in Consiglio.
Un’approvazione a grande maggioranza (si sono astenuti solo Antonio Saia dei comunisti italiani e Maurizio Acerbo di Rifondazione) votata sotto gli occhi dei numerosi balneatori presenti nella sala del consiglio comunale di Pescara in rappresentanza dei 600 imprenditori della regione. Per l’assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio, che firma la legge, scaturita anche da una interpellanza della consigliera del Pd Marinella Sclocco (da qui l’accordo bipartisan sul voto), «Si tratta di un punto di partenza fondamentale e un’occasione importante per favorire investimenti che puntino sulla qualità dei servizi».

La norma prevede infatti che i titolari di concessioni demaniali marittime per la balneazione possano richiedere il prolungamento della durata della concessione fino a un massimo di 20 anni a partire dalla data di rilascio e sulla base degli investimenti effettuati. L’estensione è valida anche per le nuove concessioni per le quali è in corso il rilascio, mentre i criteri di applicazione della legge verranno stabiliti dalle linee di indirizzo che verranno approvate «entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge».

«La logica seguita», ha spiegato l’assessore, «è stata quella di approfondire le linee di indirizzo al fine di tener conto delle diverse tipologie dei vari stabilimenti e dei tratti di spiaggia del litorale abruzzese. Per questo abbiamo volutamente evitato di disciplinare, in questa fase, i criteri e le tipologie di investimento. Ci occuperemo, inoltre, di alcune problematiche specifiche quali quelle dei concessionari titolari di albergo, degli enti e delle associazioni non lucrative titolari di concessioni che dovranno, comunque, essere disciplinati dalla legge».

La “legge Di Dalmazio” norma una materia delicata quanto confusa. Fino a pochi mesi fa le concessioni venivano prorogate di sei anni in sei anni. L’Unione europea ha messo sotto infrazione questa normativa che contrasta con i principi di libera concorrenza stabiliti dalla direttiva 2006/123/CE. Successivamente la conferenza Stato-Regioni ha deciso di approvare una proroga generalizzata fino al 2015 in attesa che le Regioni definiscano una disciplina coerente con le disposizioni di Bruxelles. Ma la soluzione è complessa, come dimostra la legge approvata dall’Emilia Romagna (che l’Abruzzo pare aver studiato bene) e prontamente impugnata dal governo (vedi box).

Soddisfatte le associazioni di categoria. Per Cristiano Tomei, segretario regionale della Fab-Cna, si tratta di «un importante contributo al potenziamento dell’economia turistica regionale».

Antonio La Torre, presidente di Fiba-Confesercenti chiede alla Regione di «stringere i tempi per scrivere il regolamento attuativo e per il nuovo Piano demaniale marittimo». Infine Riccardo Padovano, presidente della Sib-Confcommercio, invita a «non abbassare la guardia e a continuare a lavorare sia a livello nazionale che a livello regionale per regolamentare al meglio la materia e fornire una volta per tutte un quadro certo agli operatori balneari sia in materia di concessioni demaniali che di canoni da corrispondere».