Spoltore, corruzione: indagati Ranghelli e Roselli

Bufera sul comune di Spoltore: dieci indagati. L’accusa è corruzione. Perquisiti uffici e case dell’ex presidente del consiglio regionale e del sindaco. Indagini anche su CityModa. Avvisi all’assessore ai Lavori pubblici e a quattro imprenditori. Al vaglio la cittadella della moda realizzata a Santa Teresa

SPOLTORE. Alle 6,30, gli agenti della forestale e della squadra mobile di Pescara bussano alle porte di casa del sindaco di Spoltore Franco Ranghelli e dell’ex presidente del consiglio regionale Marino Roselli. Più di dieci ore di perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici, nelle stanze del sindaco e dell’assessore ai Lavori pubblici portando via documenti e pc. Gli iscritti sul registro degli indagati sono dieci e per tutti si ipotizza il reato di corruzione.

Spoltore, il comune cresciuto fino a sfiorare 18 mila abitanti, si è svegliato all’alba con il viavai silente delle macchine della forestale, della polizia e dei carabinieri.

GLI INDAGATI.  I primi ad essere svegliati sono stati Ranghelli - «certo che sono scosso, non sono mica abituato alle perquisizioni, ma evidentemente essere un personaggio pubblico significa anche questo» - e poi Marino Roselli, l’ex presidente del consiglio regionale, ora nel partito di Rutelli, Allenza per l’Italia, e che figurerebbe, com’è scritto nel decreto di perquisizione, «come intermediario tra il sindaco e gli imprenditori». Ma i controlli e gli avvisi di garanzia hanno riguardato altri amministratori e imprenditori storici di Spoltore.

I nomi sono quelli di Claudio Santurbano, assessore ai Lavori pubblici dall’ottobre 2009, di Pino Luigioni, consigliere dal 2009 di una maggioranza senza più colori, ex Pd, o «indipendente», come si definisce Luigioni, e alcuni imprenditori: il pugliese Giancarlo Fiore, titolare della cittadella della moda CityModa e gli imprenditori locali Marcello Sborgia, Alessandro D’Onofrio e Luigi Zampacorta. Per tutti, nell’inchiesta coordinata dal pm Gennaro Varone, si ipotizza la corruzione. Il filone dell’inchiesta, delegata alla forestale del comandante Guido Conti, riguarda la gestione dell’urbanistica in cui rientrano accordi di programma, l’acquisizione di terreni agricoli che potrebbero diventare edificabili con il nuovo piano regolatore e, in generale, una gestione poco chiara delle opere con l’ipotesi di un baratto di terreni in cambio di cubature.

L'URBANISTICA.  Negli ultimi anni, sono stati tanti i nodi dell’urbanistica che hanno fatto crescere il comune. Zampacorta, ginecologo a Pescara, è uno degli imprenditori proprietari dei terreni dove dovrebbero sorgere due torri alte quasi 40 metri a Villa Raspa, a ridosso del fiume. Il piano di recupero, dopo 12 anni, è stato approvato nell’ottobre 2009 da un commissario ad acta. E’ più recente, invece, la delibera per l’ampliamento del cimitero di Spoltore: terreni di proprietà di D’Onofrio che, dopo un lungo negoziato, ha ottenuto in cambio dei terreni centrali a Spoltore. E’ sulla gestione dell’urbanistica, quindi, che sta indagando la magistratura.

E intanto all’ombra dell’impianto accusatorio, compaiono anche le tangenti. «Collaudo falso del centro, opere di urbanizzazione ancora da terminare e struttura parzialmente realizzata»: sono le accuse rivolte dal pm a Giancarlo Fiore, l’imprenditore pugliese che nel novembre scorso ha aperto la cittadella della moda, CityModa, a Santa Teresa di Spoltore. «Questi avvenimenti sono il frutto del clima politico avvelenato di Spoltore», dice Fiore. «Come imprenditore, da mesi sconto problemi che non ho creato. Se avessi realmente corrotto, probabilmente non sarei invischiato in queste storie. Chi corrompe ottiene, almeno credo. Io non ho corrotto e non ho ottenuto».

LE PERQUISIZIONI.  Un decreto di perquisizione domiciliare e personale: con questo mandato gli uomini della forestale e della squadra mobile sono entrati nella casa del sindaco, in via Massera, da cui hanno portato via, come racconta Ranghelli, «due pc, uno che non uso mai e l’altro dei miei figli, materiale cartaceo e appunti di carattere politico amministrativo». Tra le 6,30 e le 7 di mattina, poi, gli agenti si sono spostati in via Montinope, a casa di Santurbano, e in via Chieti, dove abita Luigioni. «Hanno perquisito tutta la casa e ho offerto la mia collaborazione dando le mie agende degli appuntamenti, l’unica cosa che avevo lì», dice l’assessore Santurbano, dipendente della Provincia, «Gli agenti mi hanno parlato di corsie preferenziale per le opere urbanistiche, ma io ho detto che non c’entravo, che sono assessore ai Lavori pubblici e loro hanno avuto un attimo di smarrimento. Sono a disposizione della magistratura».

L’ELENCO.  Luigioni, 48 anni, dipendente tessile, sta fuori al Comune e fuma in continuazione. «Da me hanno preso solo la pianta del campetto di Frascone. Poi volevano un elenco. “Ma che elenco?” ho chiesto, e ho mandato mia moglie a prendere l’elenco telefonico». Per Luigioni, il decreto di perquisizione recitava: «Reato ascrivibile a corruzione nell’ambito di rapporti con il sindaco, Roselli, D’Onofrio, Sborgia, Zampacorta, per la gestione di pratiche dell’urbanistica e l’acquisizione di terreni agricoli da rendere edificabili con il nuovo piano regolatore».
Una volta in Comune, alle 8 di mattina e fino a pomeriggio inoltrato, gli agenti della forestale sono andati via con documenti, delibere, materiale cartaceo e hanno scaricato i dati dal pc della segretaria del sindaco. Ranghelli, come Santurbano e Luigioni, è assistito dall’avvacato Federico Squartecchia. Ha trascorso la giornata all’interno e fuori dal Comune: «Sono sereno, pur nell’amarezza. Ho la coscienza a posto, ho operato nel rispetto delle norme e per il bene della collettività. Sono a disposizione degli organi competenti».

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