Spreco alimentare In Abruzzo 56 milioni di euro nel cassonetto 

Siamo la regione italiana che butta più cibo nella spazzatura I consigli Adiconsum: fare bene la spesa e utilizzare gli avanzi

PESCARA . Prodotti freschi, pane, frutta e verdura, cibo in busta, affettati: è la classifica dello spreco alimentare, che vede l’Abruzzo in testa, rispetto a tutte le altre regioni italiane. Praticamente, è come se ogni anno in base a dati Adiconsum (Associazione dei consumatori), in Abruzzo gettassimo più o meno 56 milioni di euro nel cassonetto, dal momento che in media ogni abruzzese ha buttato via alimenti per un valore di 43 euro a persona. La media nazionale è di “appena” 28,6 euro. In termini quantitativi, circa un terzo della produzione mondiale di cibo finisce nella spazzatura. In Italia parliamo di 146 chili per abitante.
LA TOP TEN DELLO SPRECO. A seguire l’Abruzzo nella top ten dello spreco ci sono Liguria (37 euro) e Lazio (35), Lombardia (32), Campania (31), Toscana (28), Veneto (27), Calabria e Umbria (26), Sicilia (25) ed Emilia Romagna (24). Chiude la virtuosa Sardegna, dove ogni abitante spreca mediamente “solo” 15 euro l’anno.
I POVERI. Gettare alimenti nel cestino della spazzatura è un gesto che investe almeno tre aspetti: economico, etico e ambientale. In Italia, infatti, ci sono un milione e 800mila famiglie in una condizione di povertà, pari a 5,8 milioni di persone (di cui 1,2 milioni di minori). In Abruzzo, invece, in base a dati Istat aggiornati alla fine del 2017, sono 86.345 le famiglie povere, il 15,6% del totale. Un motivo in più per dire basta agli sprechi perché, come sottolinea Adiconsum «non possiamo più permetterci di sprecare le risorse del nostro pianeta a cominciare dal cibo. Ne va non solo delle nostre tasche, ma anche dell’ambiente in cui viviamo».
L’AMBIENTE. Lo spreco alimentare infatti, ha un impatto molto negativo anche sull’ambiente. In Italia sempre secondo l’associazione dei consumatori, produrre e trasportare il cibo che finisce nel cassonetto sviluppa 14,3 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Per assorbirle servirebbero 800 mila ettari di bosco.
I CONSIGLI. Adiconsum ha elaborato un vademecum di buone prassi per ridurre questa abitudine che si è consolidata nel tempo (vedi tabella in alto): al primo posto il solito consiglio, quello di acquistare ciò che serve realmente, senza farsi condizionare dai “richiami” visivi e olfattivi presenti nei vari punti vendita. Significa, che è meglio non andare fare la spesa quando si è troppo affamati, perché si rischia di farsi prendere la mano. Meglio compilare la vecchia lista della spesa. Quando si cucina, poi, è buona norma fare attenzione alle dosi (fa bene anche alla linea). Riutilizzare gli avanzi è segno di buon senso e di creatività; anche con il pane secco si possono creare ottimi piatti (persino dei dolci). Attenzione alla gestione del frigo, controllando spesso la scadenza e congelando quello che non si può consumare subito (sempre nel rispetto delle norme igieniche e di conservazione). Condividere il cibo, poi, è un bel gesto. E al ristorante non bisogna vergognarsi di chiedere di portare a casa gli avanza. Come avverte Adiconsum, «lo fa anche Michelle Obama».
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