Stop Sulmona-Roma «Schiaffo al turismo» 

Treni interrotti fino a settembre. Melilla interroga Delrio I pendolari sbottano. Ma la Regione ribatte: nulla di strano

PESCARA. Insomma se quest’estate un turista vuole venire in treno da Roma in Abruzzo non può farlo. Dal 16 luglio al 3 settembre non ci sono treni che collegano la capitale a Sulmona, e viceversa. Il turista deve sapere che può venire solo in pullman. E che il pullman deve prenderlo a Tivoli. Qualcuno lo avvisi. «E’ uno schiaffo al turismo», sbotta Gianni Melilla, deputato di Mdp-Articolo 1. «E’ una cosa normale», ribatte la Regione, per bocca di Camillo D’Alessandro. «E’ una vergogna», insorgono invece i pendolari.
Che dirà il ministro? «Questa chiusura estiva per lavori della ferrovia che ci collega a Roma è uno schiaffo all'Abruzzo e al suo turismo», dice Melilla, «la regione dei Parchi resta, nel suo periodo principale di flussi turistici, priva di un collegamento ferroviario con Roma e con l'Italia tirrenica. Siamo alle prove generali della marginalizzazione del collegamento tra Pescara e Roma», afferma il parlamentare. Che ricorda di quando sparì il collegamento Pescara-Napoli.
«Tra Pescara e Roma ormai siamo alla metà dei treni offerti, scesi da 12 a sei. Treni scadenti, vecchi e privi di ogni servizio», incalza Melilla che ieri ha presentato un’interrogazione, a risposta scritta, al ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Graziano Delrio. «Nessuna relazione ferroviaria di importanza nazionale subisce un simile trattamento», premette il deputato. «Da più parti si sollevano dubbi circa la temporaneità di questa scelta così penalizzante per l'Abruzzo», aggiunge prima di chiedere a Delrio: «Quali iniziative intenda assumere per il futuro per una non stop tra Pescara e Roma che potrebbe abbattere i tempi di percorrenza a 2 ore e 45’ (contro le attuali 3 ore e 22’, ndr) rendendo così competitiva la ferrovia rispetto al mezzo privato e al trasposto su gomma e rilanciare il trasporto ferroviario abruzzese».
E’ tutto ok. Ma per D’Alessandro, consigliere regionale Pd con delega ai Trasporti, la chiusura è normale: «I proprietari della rete», dice, «cioè Rfi, hanno programmato da tempo i lavori scegliendo un periodo non scolastico».
Il bus del Frosinone calcio. Daniele Luciani di Tagliacozzo, rappresentante del comitato dei pendolari, impiega per tornare a casa con il bus sostitutivo dalle due ore e mezza alle tre ore. Ma singolare è anche il fatto che bus sostitutivo, messo a disposizione da Trenitalia e fermo ieri davanti alla stazione di Sulmona, era quello del Frosinone calcio.
Il primo viaggio. «Nel primo giorno di bus navetta, a Tagliacozzo, sono arrivati alle 5,04 due bus. Ma uno era vuoto. Eravamo una quindicina di persone. A Carsoli è salita un’altra persona, ad Arsoli e Roviano nessuna, a Mandela una o due persone. Il novanta per cento è però sceso a Mandela perché non era il caso di proseguire fino a Tivoli, per trasferirsi sul treno metropolitano: saremmo arrivati tutti tardi al lavoro. E il secondo bus è rimasto vuoto fino a Tivoli». Lo sfogo del pendolare non si ferma, continua: «Anziché far viaggiare bus vuoti e mandarli lungo la Tiburtina, avrebbero dovuto dividere le due corse, mandandone una direttamente a Roma con la gente di Avezzano, Tagliacozzo e Carsoli, e l'altra a Tivoli con quelli del versante laziale. Noi abbiamo atteso a Mandela la corsa Cotral di linea, pagando il biglietto e facendo l'autostrada. Siamo arrivati a Roma un'ora prima del previsto». E sarà così fino ma settembre.