Tagli degli ospedali, è scontro M5S-Pd 

Marcozzi ribatte a D’Alessandro: voi avete applicato il decreto della Lorenzin, non scaricate le responsabilità su di noi

PESCARA. Tocca davvero al nuovo ministro della Salute Giulia Grillo risolvere il problema dei tagli degli ospedali in Abruzzo? «Il Pd sta avvelenando i pozzi, sta a noi cercare di bonificarli», è la risposta di Sara Marcozzi. «Per ogni problema (da loro alimentato) la nenia è diventata “chiedete ai vostri ministri”», aggiunge la consigliere regionale del M5S. È questa infatti la nuova strategia dei Dem abruzzesi, una strategia diventata terreno di scontro elettorale per le prossime regionali. Da giorni il Pd scarica sul M5S le soluzioni ai problemi dell’Abruzzo. I pentastellati non hanno replicato, fino a quando l’attacco non ha riguardato gli ospedali. «Un esempio su tutti», afferma Marcozzi, «è il Piano di riordino della Sanità varato dal presidente e commissario ad acta Luciano D’Alfonso e dall’assessore Silvio Paolucci, in attuazione del famigerato decreto Lorenzin, presentato agli abruzzesi come la panacea di tutti i disservizi del nostro sistema sanitario regionale. Oggi si scopre che i neo parlamentari Camillo D’Alessandro e Stefania Pezzopane hanno depositato una proposta di legge per non chiudere gli ospedali che loro stessi hanno chiuso. Eppure D’Alessandro sedeva in consiglio regionale fino a 20 giorni fa. Perché non ha fermato il suo assessore Paolucci mentre approvava il piano di riordino che ha disposto i declassamenti degli ospedali di Ortona, Atessa, Popoli, Penne, Sulmona e Atri?».
Marcozzi risponde anche alla deputata Pezzopane: «Con il Pd al governo negli ultimi 5 anni, perché non ha mai chiesto al suo ministro di modificare il decreto taglia-tutto? E non ha consigliato al presidente D’Alfonso di operare in deroga, come avevano fatto tante altre Regioni, comprese quelle in piano di rientro?».
Ma i Dem ora chiedono al ministro Grillo di sospendere il taglio degli ospedali, compresi quelli declassati dal precedente governo Chiodi. «Stanno avvelenando i pozzi», ripete Marcozzi che contrattacca: «Non appena le strutture ministeriali saranno pienamente operative il M5S abruzzese sottoporrà al nuovo governo un dettagliato report su tutte le criticità della nostra regione. Sarà un lavoro di squadra per restituire all’Abruzzo la dignità, i servizi e le opere strategiche di cui necessita. Alle prossime elezioni regionali ci presenteremo con un programma di governo dettagliato e provvedimenti programmati nel breve, medio e lungo periodo. Quello che ci preoccupa oggi è invece la paralisi istituzionale cui il Pd sta sottoponendo la nostra regione, con il consiglio regionale regolarmente interrotto per gli impegni romani del presidente-senatore e con la maggioranza in frantumi che non riesce più a garantire il numero legale neanche nelle commissioni». Ieri, infatti, ne è saltata una. Oggi ne salterà un’altra mentre il clima elettore si inasprisce e i piani nazionale e regionale s’intersecano. «Ci hanno raccontato che la Buona scuola avrebbe migliorato il sistema scolastico, che il Jobs act avrebbe creato opportunità di lavoro, che era normale che l’Italia si facesse carico da sola dell’accoglienza di tutti i migranti e che non era più pensabile che ognuno di noi avesse un ospedale sotto casa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La domanda», conclude Marcozzi, «non è che cosa farà il M5S al governo. Lo abbiamo scritto nel contratto. Ci riusciremo? Non lo so, sono fiduciosa, ma diamo il tempo a ministri e sottosegretari di insediarsi nei loro uffici».