Sara Marcozzi al voto nel seggio di Chieti

IL DOPO-ELEZIONI

Tonfo in Abruzzo, M5s verso l'assemblea

L'analisi dei  parlamentari, chiesto il confronto con Di Maio. Critiche anche alla propaganda di Di Battista.  Vacca: "Riflettere in maniera pacata e costruttiva". Castaldi: "C'è una serie di problemi che non può essere ignorata". Colletti: "Meno verticismo, non siamo pigiabottoni". E la Marcozzi: "Non abbiamo nulla da rimproverarci". Post dei fan su Fb

PESCARA. Il Movimento 5 Stelle esce mortificato dalle elezioni in Abruzzo. Al punto che diversi eletti 5 Stelle si stanno coordinando in queste ore per chiedere che la sconfitta in Abruzzo venga affrontata in un'assemblea congiunta con il vicepremier nonché capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, ma anche con i ministri grillini del governo gialloverde. La convinzione che accomuna molti, infatti, è che alle urne il Movimento abbia pagato anche l'operato dell'esecutivo Conte.

Dopo la debacle abruzzese finisce nel mirino di alcuni esponenti M5S anche Alessandro Di Battista. L'ex deputato grillino, dopo la parentesi in Sud America, è tornato in Italia per supportare i 5 Stelle nella campagna elettorale per le europee, ma anche per le regionali in Abruzzo, dove ha tenuto alcuni comizi insieme a Luigi Di Maio e a Sara Marcozzi, la candidata pentastellata alla guida della Regione. Lo "sforzo" del frontman grillino non è bastato. E ora, alla luce dei risultati deludenti, nel M5S c'è chi chiede di rivedere la strategia comunicativa: "Gli elettori vogliono vedere i fatti. Le star andavano bene all'opposizione", dice all'Adnkronos il deputato Davide Galantino. Sulla stessa lunghezza d'onda la senatrice ribelle Elena Fattori, la quale chiede un cambio di passo in vista del voto di maggio per le europee: "Secondo me - afferma all'Adnkronos - dobbiamo essere imbattibili nella proposta di un programma approfondito. Non è mica un reality o "Amici", è il futuro del Continente". Al coro dei critici si aggiunge la voce di Paola Nugnes. "Se si voleva, in qualche modo, "usare" Di Battista per aumentare i consensi, mitigare le perdite, ri-bilanciare le posizioni, se ne è fatto un uso pessimo. Non credibile da nessun punto di vista", sottolinea la senatrice 5 Stelle, che aggiunge: "O si è sottovalutata la gente o si è sovrastimata la capacità comunicativa di un messaggio privo di contenuto. Si è dato solo materiale a trasmissioni come quella di "Propaganda live" che con leggerezza ci hanno anche saputo far sorridere".

"Saranno 7 i consiglieri regionali M5S in Abruzzo, uno in più rispetto al 2014. Una splendida notizia. Però è innegabile che il risultato sia stato al di sotto delle nostre attese: abbiamo sì confermato più o meno il dato di 5 anni fa, ma ci aspettavamo di più", scrive su Fb il deputato abruzzese M5s Gianluca Vacca, sottosegretario ai Beni culturali: "Si tratta di un voto locale, e non ha dunque senso generalizzare o parlare di equilibri di governo, ma sarà opportuno nei prossimi mesi riflettere tutti insieme, in maniera pacata e costruttiva, per capire come e dove migliorarci. L'elettorato è estremamente volatile, il consenso si acquisisce e si perde molto rapidamente al giorno d'oggi. C'è stato poi un vero e proprio crollo dei partiti tradizionali - Pd e FI - entrambi molto lontani dal M5S", conclude.

«Non è stato un risultato affatto positivo. Io stesso pensavo che avremmo preso almeno 8 punti percentuali in più, se non 12", sottolinea sempre su Fb l'altro deputato abruzzese del Movimento, Andrea Colletti, che indica la strada: «Dobbiamo tornare come eravamo, in mezzo alla gente. E, magari, come il punto primo, dovremmo essere meno verticistici, sia a livello nazionale che regionale. Non siamo gli altri partiti e non possiamo solamente essere dei pigiabottoni di scelte prese in altri luoghi».

E a Fb affida il suo commento anche il senatore abruzzese Gianluca Castaldi: "Ci aspettavamo risultati migliori. Questo non dobbiamo negarlo, ma nemmeno dobbiamo scoraggiarci: ora una sana autocritica non può che farci bene! Chiederò subito degli incontri con Luigi Di Maio, per affrontare insieme una serie di problemi che non possono essere ignorati».

E Sara Marcozzi? La candidata (sconfitta) a governatore e che si è riservata la possibilità di entrare comunque (grazie ai voti in provincia di Chieti) in consiglio regionale, ripete: «Non abbiamo nulla da rimproverarci. Ci è stata confermata la fiducia di 5 anni fa. Di Maio? No, non l'ho ancora sentito». E continua: «La debacle è del Pd dal 25% del 2014 al 9-10% di quest'anno, stessa cosa per Forza Italia dal 16% al 10%. La verità - prosegue - è che ci sono stati voti che con una grande disinvoltura sono passati dal centrodestra al centrosinistra. Noi abbiamo portato avanti temi regionali. Mi sapete dire cosa hanno detto gli altri di interesse regionale?».

Intanto a livello azionale è rimbalzato un post che i fan della Marcozzi hanno pubblicato (con evidente sgrammaticatura) e poi tolto sulla pagina fb "Noi che vogliamo un'Italia a 5 stelle" con la foto dell'aspirante governatrice e l'accusa: "Tutto il bene fatto non è servito a niente. La politica del clientelismo e del servilismo, unito a una buona dose di ignoranza, ha avuto la migliore"