Torna la febbre reumatica ecco come sconfiggerla

La malattia sembrava debellata, ma ora è in ripresa anche in Abruzzo I pediatri: diagnosi precoce e uso corretto degli antibiotici

CHIETI. Pensavamo di averla debellata negli anni '70, ma non è così. La febbre reumatica, malattia diffusa tra i bambini soprattutto nei paesi in via di sviluppo, non è affatto scomparsa. «I casi sono in aumento in tutta Italia e la nostra regione non fa eccezione», spiega Luciana Breda, responsabile del Centro di reumatologia pediatrica abruzzese, che insieme a Francesco Chiarelli, direttore della Clinica pediatrica di Chieti, da anni studia il decorso della malattia. I dati indicano in Abruzzo una ripresa della febbre reumatica e della cardiopatia reumatica negli ultimi dieci anni, con un’incidenza media di 4,1 su centomila. Dati sovrapponibili a quelli degli anni '50 e '60 in Europa. «Le cause della ripresa della malattia», continua Breda, «potrebbero essere legate ad alcuni ceppi di streptococco virulenti oppure a fattori genetici, o a una riduzione della sorveglianza legata alla credenza che la patologia sia scomparsa». Conoscere questa malattia aiuta a fare una diagnosi precoce ed evitare complicanze come lesioni permanenti al cuore.

«La faringite streptococcica, se non viene curata in modo adeguato, determina la febbre reumatica», spiega la dottoressa, «e questo avviene a tre bambini su 100. La complicanza più grave di questa febbre è la cardite: l'infiammazione delle valvole cardiache. Ci sono bambini abruzzesi che hanno dovuto impiantare protesi valvolari cardiache a causa della febbre reumatica. La malattia dà anche problemi di tipo neurologico, come tic e sindromi ossessive-compulsive, recentemente identificate come dovute allo streptococco. A Chieti», continua Breda, «seguiamo circa cento bambini colpiti da febbre reumatica negli ultimi anni». La diffusione della malattia si ha a cavallo tra inverno e primavera e riguarda i bambini dai 5 ai 15 anni, nei più piccoli è rara. Ma quali sono i sintomi a cui i genitori devono stare attenti? «La faringite da streptococco in genere non si associa a tosse, né a raffreddore o a raucedine», spiega la dottoressa, «si ha invece un'insorgenza improvvisa di gola molto rossa, mal di testa, pus alla gola, petecchie sul palato, ovvero piccole manifestazioni emorragiche. Un altro sintomo che può presentarsi è il gonfiore dei linfonodi del collo. E poi ancora, dolore addominale e a volte vomito».

Se si sospetta questo tipo di faringite bisogna rivolgersi al medico e sottoporre subito il bambino ad un test rapido che consiste in un tampone faringeo con risposta immediata. «Se positivo», spiega Breda, «il bambino va curato con antibiotici. Se negativo, va fatta comunque la coltura del tampone per approfondire l'esame. Gli antibiotici sono necessari e sufficienti se la cura si esegue correttamente: dieci giorni nel caso di penicillina per via orale, una fiala se per via intramuscolare. Se la cura è fatta bene il tampone non va ripetuto. Non sono necessari invece gli esami del sangue, anche se si tratta di una faringite ricorrente. Esami che diventano invece fondamentali per la diagnosi di febbre reumatica». Passano circa due o tre settimane dalla faringite da streptococco alla febbre reumatica. In quest'ultimo caso i sintomi sono più evidenti, come spiega il medico. «Nell'80 per cento dei casi, il bambino ha la febbre. Nel 60-70 per cento, ha una forma molto dolorosa di artrite migrante, che passa cioè da un'articolazione all'altra, e che gli impedisce di muovere l'articolazione. E in una percentuale del 40-50 per cento ha la cardite, che porta una grande debolezza. Sarà l'ecocardiogramma a mostrare l'insufficienza delle valvole, soprattutto di quella mitrale, solitamente la più colpita. Se si riesce a diagnosticare la febbre reumatica per tempo e si esegue la profilassi secondaria, i rischi a lungo termine a carico del cuore possono diminuire. L'artrite invece non lascia esiti, come pure i problemi neurologici». Negli adulti il rischio è molto inferiore rispetto al bambino, ma quando in famiglia c'è un caso di febbre reumatica va fatta attenzione perché esiste una predisposizione genetica alla malattia.

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