Tra scontri e polemiche sì al nuovo piano di rientro della Regione

L’operazione sul disavanzo pregresso da 770 milioni asseconda le indicazioni della Corte dei Conti. Accuse su 170 emendamenti cancellati. Oggi il bilancio

L'AQUILA. Oltre 51 milioni di euro da accantonare in dieci anni, sino al 2025 e con l'obiettivo di mantenere l'equilibrio di bilancio e non tagliare risorse ai servizi essenziali per i cittadini. E' quanto approvato ieri notte quasi in “zona Cesarini” dal consiglio regionale (alle 22,35) prima dell’ennesima conferenza dei capigruppo, al termine di una giornata campale. Cominciata alle 10, ma entrata nel vivo della discussione del documento finanziario soltanto dopo le 20. Il documento approvato, propedeutico al bilancio di previsione 2017-2019 – la manovra da 6,2 miliardi di euro complessivi che dev’essere approvata entro la fine dell’anno – stabilisce che il disavanzo presunto della Regione di 770 milioni di euro, è oggetto del piano di rientro che sarà portato all’esame della Corte dei Conti. Sono due anni che i giudici contabili “bacchettano” la Regione per non aver rendicontato i debiti pregressi (2014, 2015 e 2016). Con i 51 milioni da accantonare ogni anno (per dieci anni), il bilancio dovrebbe essere al sicuro.

Alle critiche delle opposizioni, l'assessore Silvio Paolucci ha risposto che alla Corte dei Conti era stato proposto un piano di rientro in trent’anni. Bocciato. Il consigliere del Movimento 5 stelle, Domenico Pettinari, ha accusato Paolucci di aver dichiarato che il disavanzo non è colpa dell'attuale amministrazione ma parte dal 2000. «Sono stati i vostri antenati», ha tuonato, scatenando le ire della maggioranza. Che ha a sua volta accusato i grillini di demagogia.

Scene finali di un Consiglio, riunito in seduta ordinaria e che era iniziato osservando un minuto di silenzio per la morte di Fabrizia Di Lorenzo.

In aula è passato a maggioranza il Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2017-2019 propedeutico alla sessione chiamata a licenziare il bilancio di previsione. Bagarre tra pentastellati e maggioranza di centrosinistra, quando quest'ultima con un sub-emendamento, ha “tagliato” in un solo colpo circa 170 emendamenti che aveva a sua volta presentato M5s: «Avete appena cassato proposte che avrebbero potuto migliorare la vita dei cittadini. Avete detto no alla proposta di nomina attraverso procedimenti concorsuali; avete bocciato la proposta di una norma che avrebbe agevolato le imprese abruzzesi con la compensazione tra debiti e crediti con le pubbliche amministrazioni, e detto no al reddito minimo garantito e al rifacimento degli alloggi fatiscenti dell'edilizia residenziale pubblica. Continuate a bocciare proposte sacrosante».

Per i forzisti Lorenzo Sospiri, capogruppo, e per il presidente della commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, il bilancio di previsione «è un documento pieno di lacune e senza una strategia di rilancio per l’Abruzzo». Sarcastico il commento che invia l’ex consigliere regionale Maurizio Acerbo (Rc): «Tagliano tutto meno, come avevano invece promesso, le retribuzioni di assessori e consiglieri».

Approvati anche i quattro bilanci di previsione 2016-2018 dell’Agenzia sanitaria regionale (Asr), dell’Azienda regionale per l’informatica e la telematica (Arit), dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) di Chieti e dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta). Al momento del voto sul documento relativo alle aziende partecipate, la maggioranza ha rischiato di non avere i numeri (assenti per malattia Gerosolimo e Sclocco) ed è stata salvata dal voto di Giorgio D'Ignazio di Ncd.

Alle 22,35 la seduta è stata sospesa per la convocazione dei capigruppo e discutere anche della situazione dei Centri di ricerca Cotir, Crab e Crivea, senza stipendio da mesi. Oggi i lavori procedono a oltranza fino a mezzanotte. L’intento è votare il bilancio e di evitare la convocazione di domani.

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