Tutti uniti contro Borghezio

Il leghista offende: Abruzzo peso morto. La regione reagisce: si vergogni

PESCARA.«Questa parte del Paese non cambia mai, l'Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud. C'è bisogno di uno scatto di dignità degli abruzzesi. E' sano realismo padano». Sono le 11,52 di ieri mattina quando nelle redazioni arriva il primo lancio d'agenzia con un estratto di ciò che Mario Borghezio aveva detto al programma televisivo in onda su You Tube KlausCondicio. «Il comportamento di molte parti delle zone terremotate dell'Abruzzo è stato singolare», prosegue il parlamentare europeo della Lega Nord, «abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate. Eccezioni ci sono dappertutto, ma complessivamente è stata un po' una riedizione rivista e corretta dell'Irpinia: prevale sempre l'attesa degli aiuti, non ci sono importanti iniziative autonome di ripresa. Si attende sempre che arrivi qualcosa dall'alto, nonostante dall'alto arrivi molto. Mi domando quale sarebbe stata la reazione degli abruzzesi nei confronti di un comportamento "risparmioso" da parte dello Stato, con l'invio di aiuti a gocce come è per i veneti; questo fa solo aumentare il senso di disaffezione dei veneti verso lo Stato centralista, credo che siamo ormai giunti ad un punto di rottura».

Tanto basta per scatenare un selva di reazioni sdegnate (da destra e sinistra) in Abruzzo e nell'intero Paese. Borghezio ci mette qualche ora per capire di aver combinato un casino e, alle 15,56, consegna alle agenzie una smentita: «La mia frase non era riferita al solo Abruzzo ma al solito Sud "piagnone". Smentisco qualsiasi intento razzista e mi spiace se le mie parole hanno dato questa impressione». Una rettifica inutile. Ormai la frittata era fatta.

Il primo a intervenire è il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che «si rifiuta di rispondere a tale affermazione che un esponente di un partito di governo, moralmente, non avrebbe mai dovuto fare». Il presidente della Regione Abruzzo e commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, si dice «sorpreso» e afferma che Borghezio «è male informato sul ruolo e sui risultati dell'attuale gestione di due anni di governo del centrodestra. Rispediamo al mittente il rilievo di essere cittadini lamentosi: Borghezio venga qui a rendersi conto di persona di quanto accaduto».

Un invito all'eurodeputato a venire all'Aquila a visitare il centro storico e a rendersi conto di persona che a volte è meglio tacere arriva anche dal vicepresidente vicario del consiglio regionale, Giorgio De Matteis, che sottolinea la «totale ignoranza sull'attuale situazione delle aree terremotate». Il presidente della Provincia dell'Aquila, Antonio Del Corvo, esprime «sdegno» per una posizione che «non tiene conto delle sofferenze e della pesante situazione in cui si sono trovati gli abruzzesi e dalla quale stanno tutt'ora cercando di riemergere».

Per il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, invece, «Borghezio va ringraziato: ora gli abruzzesi sanno perché il governo Berlusconi penalizza costantemente l'Abruzzo, perché non arriva un soldo sulla Vertenza Abruzzo, non si sbloccano i Fas e non c'è alcun aiuto nel percorso di rientro dal debito sanitario».

Il deputato abruzzese dell'Idv, Augusto Di Stanislao, parla di «un affronto e una vergogna per l'Abruzzo e per tutto il Paese e di ignobili dichiarazioni».

«La prossima volta che Borghezio verrà in Abruzzo lo prenderò personalmente a calci nel sedere», commenta il segretario regionale e consigliere comunale dell'Aquila de La Destra, Luigi D'Eramo. Il coordinatore di Forza Nuova Abruzzo, Marco Forconi, invita l'eurodeputato, «data la superiorità etnica delle popolazioni padane a presentarsi all'Aquila armato di pala, per continuare a togliere i cumuli di macerie».

Parla di conclusioni «offensive, stupide e senza senso», il coordinatore regionale abruzzese del Popolo della libertà, il senatore Filippo Piccone. Per il senatore Fabrizio Di Stefano (Pdl), invece, «se Borghezio non dicesse stupidaggini non saprebbe come balzare agli onori della cronaca».

Il presidente del gruppo Pdl in consiglio regionale, Gianfranco Giuliante, sottolinea, le «difficoltà che si incontrano nel voler spiegare a Borghezio la differenza tra una "rapina" e un terremoto». Si dice sconcertato anche il coordinatore regionale dell'Udc, Enrico Di Giuseppantonio, secondo cui la dichiarazione «rappresenta una sola persona di fronte ai milioni di residenti del nord d'Italia che hanno sostenuto senza alcuna esitazione gli abitanti del cratere».

Secondo il coordinatore regionale di Api, Marino Roselli, «le espressioni deliranti» di Borghezio «non possono essere affidate all'indifferenza e alla rabbia del momento. Tutt'altro. Vanno invece riflettute e respinte con indignazione al mittente».

E pensare che, non più tardi del giugno scorso, partecipando al primo raduno nazionale della Lega a Rapino, Borghezio aveva cercato di accreditarsi come paladino degli abruzzesi. «Presto saremo in migliaia e migliaia, padroni dell'Abruzzo, del nostro territorio, non ci arrenderemo mai», aveva detto. Ma poi, ieri sera, fa sapere: «Non vado in Abruzzo, ho da fare in Europa». C'è da scommetere che nessuno ne sentirà la mancanza.

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