Un anno di sacrifici ma basta incapaci

Non sarà un anno facile per l'Italia e l'Abruzzo. Se l'espressione bunga bunga è tra le dieci preferite dai lettori americani, la parola sacrifici da noi è ancora al primo posto. Crisi economica e debito regionale non lasciano spazio all'ottimismo. La benzina e le autostrade costano di più, presto arriveranno i ticket e il pericolo di nuove tasse potrebbe essere nella calza della Befana. Il presidente Chiodi ha capito che da questa depressione si esce tutti insieme, dialogando con l'opposizione responsabile, con gli imprenditori, i sindacati e tutte le categorie produttive. È un grande passo avanti, un'occasione storica che non va sprecata.

Nessuno si è mai illuso che botti e champagne portino via con l'anno vecchio anche i problemi. L'alba del 2011 rischiara i guai di una regione smarrita, timorosa, preoccupata per il futuro, con meno posti di lavoro e pochi soldi nelle famiglie. Bisogna rimboccarsi le maniche, ma serve anche una mano dal governo. Terremoto e deficit della sanità sono problemi enormi, ma gli abruzzesi non possono essere lasciati soli, sacrificati nella guerra sotterranea fra l'intransigenza antimeridionale di Tremonti e l'angoscia di Berlusconi per i numeri alla Camera. Quello che è accaduto con il decreto Milleproroghe deve far riflettere: venti mesi dopo, L'Aquila e la ricostruzione sono giù uscite dall'elenco delle priorità del governo. La restituzione delle tasse è diventata una quisquilia, da non meritare nemmeno di essere presa in considerazione. Deputati e senatori del centrodestra devono spiegare meglio a Roma come stanno le cose e magari far pesare di più il proprio voto.

Sarà un anno difficile il 2011, ma non c'è alternativa. Potrebbe essere l'ultimo in salita, o il primo del ritorno dell'Abruzzo in fondo all'abisso. Ci vorranno idee, progetti, pazienza, determinazione e coraggio. Cose che sono nella storia degli abruzzesi. Ma soprattutto occorrerà uguaglianza: i sacrifici devono essere ripartiti in proporzione alle responsabilità. La classe dirigente deve dare l'esempio: chi ha trascinato l'Abruzzo in questo incubo del deficit deve rinunciare a premi e privilegi. Politici per caso e burocrati incapaci non sono più tollerabili: chi ogni giorno paga un prezzo salato per rimediare ai loro errori merita almeno questa ricompensa.

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