Vendemmia, Abruzzo in ansia: "Se non arriva il sole sono guai"

Le previsioni indicano rese in vigna inferiori tra il 10-20 per cento, incerta la qualità. Preoccupazione per i prezzi del vino all’ingrosso che nel 2013 sono scesi fino al 50 per cento

CHIETI. E ora affinché si abbia una buona vendemmia tutte le speranze sono racchiuse in una parola: sole. Se continua questa stagione ballerina, che non pochi danni sta causando al turismo, la vendemmia 2014 avrà seri problemi. Bisogna quindi incrociare le dita e aspettare che l'invaiatura (quando i grappoli, ottenuto vigore, si accingono alla maturazione, cambiando colore e diventando da verde acerbo a grigio-verde o scuri, secondo il vitigno) avvenga correttamente. Sole e caldo ad agosto per avere buoni bianchi, sole e caldo anche a settembre per i rossi: questo sperano le aziende vitivinicole. Le previsioni danno produzioni inferiori rispetto allo scorso anno – si stima dal 10 al 20% - mentre sulle qualità pochi si sbilanciano. «La riduzione di produzioni» dice Vincenzo Marchioli, enologo della Cantina Colle Moro di Guastameroli di Frisa, nel Chietino, «dipendono dalla peronospora che è comunque sotto controllo ma che qualche danno l’ha già fatto. Inoltre ci sono alcuni vitigni che non hanno avuto una perfetta allegagione. Per la qualità siamo troppo in anticipo per fare previsioni perché la vera partita incomincia adesso: se ci saranno belle giornate con tanto sole, non è compromesso niente». Tutto pronto quindi per quasi cinquanta cantine sociali regionali e per le numerose private e per l'Abruzzo, settima Regione per produzione. Tecnici e agronomi sono al lavoro, attraverso consueti monitoraggi, per avere un quadro preciso dell'andamento vegetativo, durante la delicata fase che precede l'invaiatura.

«La raccolta dovrebbe partire a fine settembre» spiega Giuseppe Cavaliere, direttore del Consorzio vini d'Abruzzo, «Dal punto di vista fitosanitario non rileviamo grossi problemi, anche se chiuderemo l'anno con tre/quattro trattamenti in più rispetto alla media, soprattutto contro la peronospora. Sul fronte produttivo non ci aspettiamo grandi variazioni rispetto ai circa 870 mila ettolitri del 2013. Speriamo che riparta il bel tempo, perché abbiamo avuto troppa pioggia». I primi a entrare nelle aziende (quest’anno secondo le zone, si aprirà con qualche giorno di ritardo, quindi verso la metà di settembre) saranno le uve dei bianchi: Chardonet, Moscato, Pecorino, Trebbiano, Pinot e Cococciola. Poi sarà la volta dei rossi: Merlot, Sangiovese (vitigno che sta registrando sempre buoni risultati) e alla fine il “re” dei nostri vini: il Montepulciano che, da solo, rappresenta oltre l'80% del totale dei vini a denominazione prodotti in Abruzzo ed è tra i primi tre vini DOC prodotti in Italia. Se lo scorso anno si poteva scrivere: «Buone sono le prospettive per il settore vitivinicolo abruzzese: i magazzini sono vuoti, c'è tendenza a un aumento del prezzo» per il 2014 bisogna rettificare perché se è vero che il vino è stato venduto è anche vero che il ritiro da parte dei compratori, causa la crisi del settore, non c’è stato completamente. Sul versante dei prezzi si registra una flessione: quelli del 2013 (si tiene conto dell’annata precedente) sono più bassi di un 30-50% rispetto l’anno prima. «Siamo passati da circa 5 euro a grado alcolico a 2,50 euro» dichiara Massimiliano Giordano che ha una piccola azienda a ciclo chiuso a Castel Frentano «Bisogna offrire un prodotto sano e impegnarsi con la forza e con il cuore per andare avanti». Buone notizie invece sul mercato estero dove il nostro vino è apprezzato non solo dai produttori che lo usavano come vino da taglio, ma anche dai consumatori finali. Un settore in crescita quindi, con un export che compensa la crisi nazionale, e con nuovi mercati conquistati puntando sulla qualità per fronteggiare l'avanzata di produttori cileni, argentini, australiani, sudafricani e quelli emergenti dei Paesi dell'Est. Il compito dei cantinieri, dell'enologo, degli analisti è andato sempre più perfezionandosi e l’approssimazione non è più ammissibile neanche in quelle fasi ritenute semplici e facili che vanno dalla raccolta tra filari al trasporto delle uve fino alla spremitura. Un dato da non sottovalutare è che negli ultimi dieci anni, l'aumento della qualità del prodotto finito ha portato come conseguenza anche a una maggiore attenzione durante le prime fasi della vinificazione e quindi all'aumento del personale dipendente con contratto a tempo determinato con il quale le cantine instaurano un rapporto di fiducia. In definitiva, vini abruzzesi godono buona salute, anche se alcuni segnali di stanca del mercato nazionale potrebbero essere superati dalla campagna di promozione istituita dal Consorzio di tutela dei vini d'Abruzzo.

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