Villa Pini, crac per altre sei società

Sciolte la Novafin e le aziende di servizio. Sospese SanStefar e Maristella

CHIETI. Fallimenti a catena, questa volta però senza la concessione dell’ esercizio provvisorio. E’ arrivata ieri una prima tranche delle decisioni dei giudici Spiniello, Ceccarini e Valletta sulla «galassia» Angelini. Il tribunale di Chieti ha infatti sentenziato il crac di altre sei società delle otto finite sotto esame dopo la prima sentenza di febbraio su Villa Pini srl. Non si tratta delle società più importanti, cioè quelle direttamente correlate alle attività sanitarie.

Il pronunciamento dei giudici riguarda però la «cassaforte» Novafin, la finanziaria nella quale sarebbero transitati fondi assegnati ad altre società, in pratica quel che può essere definito l’epicentro della inchiesta sulla bancarotta fraudolenta condotta dalla procura di Chieti che ha innescato nei giorni scorsi gli arresti domiciliari dell’ex «re delle cliniche». Stessa sorte è toccata a Gestioni amministrative, Seac, Logicon, Verde e Verde 2. Tutte impegnate nei servizi, attività amministrative e di manutenzione nelle strutture del gruppo sanitario privato. Resta invece la previsione di tempi più lunghi per SanStefar (691 addetti ancora senza stipendio da oltre un anno) e Maristella, società per le quali lo stesso Vincenzo Angelini aveva presentato richiesta di concordato preventivo nello stesso giorno del suo arresto.

La nuova ondata di fallimenti riaccende lo scontro politico alla vigilia della udienza preliminare sulla Sanitopoli. «Il cerchio si chiude», commenta il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci, «a pagare sono solo i dipendenti. Sull’accreditamento, Chiodi e Venturoni hanno preso in giro 1500 famiglie». Per Paolucci, il fallimento di altre sei società chiarisce definitivamente la «scarsissima credibilità di Vincenzo Angelini. Ma a pagare la sua spregiudicatezza restano ora i lavoratori, affamati e senza prospettiva. In campagna elettorale», prosegue il segretario del Pd abruzzese, «Chiodi e Venturoni avevano promesso di riaccreditare le strutture in modo da salvare i posti di lavoro, ma questo non è avvenuto. Alla prova dei fatti, gli impegni del Pdl si sono rivelati solo promesse elettorali, prendendo in giro i lavoratori. E’ arrivato il momento che Chiodi e Venturoni buttino giù la maschera e dicano cosa vogliono fare dei dipendenti di Villa Pini».

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