ALTITUDINI

Zompo lo Schioppo, c'è una cascata maestosa

Appena a Sud del Monte Viglio, quasi a congiunzione tra i Monti Simbruini, i Monti Cantari e i Monti Ernici, si trova la Riserva Naturale di Zompo lo Schioppo (Comune di Morino, L'Aquila). È estesa per 1025 ettari e il dislivello altitudinale va dai 66 metri ai quasi duemila delle quote più elevate lungo il limite superiore della Riserva che corre lungo il confine regionale con il Lazio.

Le cascatelle

La riserva è ricchissima di acqua che scorre all’interno della montagna, si insinua in vallette carsiche, pozzi e doline, riempie grotte, scava condotti e riaffiora in copiose sorgenti. Tra queste, quella dello Schioppo sgorga da una parete verticale e forma una spettacolare cascata di oltre 130 metri di altezza: è una delle rare sorgenti carsiche intermittenti e la più alta cascata naturale dell’Appennino. Il nome Zompo lo schioppo, in italiano significa "Salto dello sparo", deriva senza dubbio dal lungo salto della cascata principale che ricadendo sulle rocce sottostanti causa inevitabilmente un forte fragore. La portata della cascata dipende dalla quantità di precipitazioni che si hanno durante l'anno ed è attiva in primavera quando la falda acquifera si innalza per lo scioglimento delle nevi in quota. Questa primavera ci dona una cascata maestosa, da visitare al più presto. Attraverso la valle Roveto che congiunge la Marsica al Frusinate, si giunge a Morino, si seguono le indicazioni per la Riserva Naturale e si giunge a un parcheggio attiguo a un camping. La cascata, imponente, si può osservare anche da lontano e poi, con un breve percorso di circa venti minuti, attraversando torrenti e cascatelle, si arriva alla base della cascata e ai suoi spruzzi freschi. La riserva offre parecchi itinerari escursionistici di cui il 602b detto "delle Scalelle" porta all’eremo del Caùto attraversando boschi rigogliosi e acque scroscianti.

L'eremo del Caùto

L’Eremo posto a 1173 metri, raggiungibile in circa 1,30 ore, comprende una cappella nella parte alta e una cripta. La prima notizia storica di questo luogo di culto è datata 1174. All'interno della chiesa, sulla parete di fondo e sulla volta, sono visibili resti di affreschi molto corrosi a causa della forte umidità.

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