Prince Jerry con il suo libro di chimica

TURNO DI NOTTE

La breve, sfortunata vita di Prince Jerry

Si chiamava Prince Jerry, veniva dalla Nigeria e aveva 25 anni. Lunedì scorso si è gettato sotto un treno nella stazione ferroviaria di Tortona in Piemonte. Era disperato, hanno detto gli amici, perché la sua domanda di asilo era stata rigettata. Era arrivato in Italia nel 2016 sui barconi. Aveva in tasca una laurea in chimica e il sogno di un futuro in Italia. Non fuggiva da una guerra ma dalla disperazione che semina morte più delle bombe, in Africa come in Italia. Al Corriere della Sera Maurizio Aletti, presidente dell’associazione Migrantes che si occupa di accoglienza, lo ha ricordato così: «Girava sempre con un libro di chimica sotto il braccio, lo leggeva ovunque, appena poteva. La chimica era la sua passione. Avrebbe voluto fare quello nella vita. Pensava di iscriversi all'università per sostenere gli esami necessari a farsi riconoscere la laurea. Si occupava del recupero di vestiti usati raccolti in città che noi chiamiamo staccapanni. Lavorava nell'orto e nel frutteto e nei momenti ricreativi giocava a calcetto e a pallavolo. Ma aveva il pallino della laurea». Il giorno in cui si è ucciso i suoi amici lo aspettavano a pranzo nella casa della Migrantes, ma lui non si è presentato. Con un sms ha avvisato gli amici: «Non ce la faccio a vedervi, vi chiedo scusa». La breve, sfortunata vita di Prince Jerry è finita così, con una richiesta di scuse.
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