La senatrice di Forza Italia Anna Maria Bernini

La Lega rompe con Forza Italia e vota Bernini. Berlusconi: «Atto di ostilità»

Per il Senato Salvini brucia Romani e sceglie l'ex ministra azzurra, i grillini si riuniscono per decidere: domani potrebbero votare ed eleggere insieme ai leghisti l'esponente di centrodestra

ROMA. E' durante la votazione al Senato per l'elezione del presidente che la Lega rompe il fronte sul nome di Romani. Per Matteo Salvini, infatti, la senatrice Anna Maria Bernini è il nome per uscire dal pantano. Nel 2010 Berlusconi la descriveva come «una vera donna combattente». Classe 1965, nata a Bologna, è in corsa per la presidenza del Senato. Esponente di Forza Italia, è stata Ministro per le Politiche Europee del Governo Berlusconi dal luglio al novembre del 2011. Avvocata, ha nel curriculum la difesa di Pavarotti e della moglie Nicoletta Mantovani, come scrive sul suo sito, è stata tra i soci promotori della Fondazione Fare Futuro, presieduta dall'allora presidente della Camera Gianfranco Fini e membro del “Comitato dei Trenta” (espressione delle Fondazioni Fare Futuro, Liberal e Craxi). Dal 2008 è stata parlamentare della Camera dei Deputati nella XVI Legislatura, iscritta al gruppo parlamentare Popolo della libertà, componente della I Commissione Permanente Affari Costituzionali, della Giunta per le Autorizzazioni, della Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione, del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa, della Commissione giurisdizionale per il personale, del Comitato per la legislazione e della Commissione parlamentare per l’attuazione del Federalismo Fiscale.

Lo scontro si consuma durante una giornata di fumate nere sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, dove per ore si è continuato a cercare una soluzione al rebus delle presidenze. Poi la mossa del leader leghista che ha spiazzato Forza Italia: Bernini, esponente di Forza Italia come Romani, anziché scheda bianca come il resto della coalizione. Salvini sostiene di aver avvisato Silvio Berlusconi, ma anche il commento di Renato Schifani è gelido: «Ne prendiamo atto». La reazione del leader di Forza Italia non si è fatta attendere: «Dalla Lega arriva un atto di ostilità a freddo», dice il Cavaliere. I voti del Carroccio a Bernini», compatti alla seconda votazione conclusasi con un nulla di fatto «rompono l'unità della coalizione del centrodestra e smascherano il progetto per un governo Lega-M5S».  Berlusconi convoca in serata i vertici azzurri a Palazzo Grazioli, dove riceve anche Umberto Bossi, ma la linea non sembra cambiare sul nome di Paolo Romani. Anche Di Maio chiama in riunione i pentastellati: è probabile che domani i grillini votino compatti per la Bernini, determinando di fatto la nascita dell'asse Lega-Cinque Stelle.