LA VALIGIA DI CARTONE

Una penna replay, cancellabile, chiara se ne sta tranquilla tranquilla tra molte altre scure. I ricordi arrivano in fila indiana. Mia figlia e il suo primo grembiule blu, una faccetta un po’...

Una penna replay, cancellabile, chiara se ne sta tranquilla tranquilla tra molte altre scure. I ricordi arrivano in fila indiana. Mia figlia e il suo primo grembiule blu, una faccetta un po’ imbronciata, un grande zaino. È quello l’esatto momento in cui percepisci che stanno per staccarsi dal nido e che andranno, anche senza di te. La penna replay richiama pomeriggi di A e di O, di letture incerte e titubanti e poi via via sempre più sicure e decise; ricorda la gioia, il sorriso, la vittoria di possedere la prima parola e leggerla, masticarla a lungo come una di quelle chewing-gum, quelle palline tutte colorate che ci fermavamo a comprare proprio prima dell’entrata a scuola, nelle rare volte in cui i nostri giorni di scuola non coincidevano.
La penna replay è il mito, il sogno di tutti gli studenti. Fai un errore? Nessuna tragedia, si può cancellare senza lasciare tracce troppo evidenti. Fin quando impari a non farne più, la penna replay ti è davvero amica, riempie con te le prime pagine di pensierini, affronta i primi problemi, disegna e definisce gli spazi del quadernone. Come è difficile star dentro in quelle righe che diminuiscono via via di grandezza, sempre più strette!
Proprio questi giorni, oltre la marea di studenti di tutte le età che riaffolla i banchi di scuola, mi riconosco nella marea di mamme e di nonne (pochi, i papà) che vagano per le cartolerie, a comprare copertine trasparenti, chiedere la lista dei libri, cercare i quaderni necessari, il diario più ricercato. Comprano anche qualche penna, per i loro ragazzi. Io spero che le comprino belle.
Che quelle penne sappiano far dimenticare le immagini meravigliose dei videogame, della PlayStation. Che li aiutino a mettere ordine in una giornata, a scrivere un bigliettino dolce, a fermare sulla carta un pensiero, una emozione. Con la replay, o senza, non fa differenza, purché sia una penna. Saranno adulti migliori.
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