José Mourinho

TURNO DI NOTTE

Le lacrime di Mourinho contro il cinismo

«Il calcio mi manca». E giù una lacrima. José Mourinho non è proprio il tipo che si conceda al sentimentalismo. Eppure, l’altro giorno, l’allenatore portoghese ha ceduto alla commozione. E’ successo durante un’intervista a una televisione spagnola. A riposo dallo scorso dicembre, quando la sua ultima squadra, il Manchester United, gli ha dato il benservito, l’ex allenatore dell’Inter si è lasciato andare a una confessione: «Mi stavo divertendo finché non è diventata una cosa seria. È stata una cosa seria finora, e adesso che mi sono fermato invece di godermela mi manca». Vorrebbe tornare ad allenare, Mourinho, ma non tanto per i soldi (tanti) che guadagnano oggi le stelle del calcio. No, ciò che del pallone gli manca di più è proprio il gioco, quello che ci incatena fin da bambini e che ci segue come un’ombra per il resto dei nostri giorni. In un mondo che si compiace del suo cinismo e vede nel denaro (o nel sesso) il primo motore di ogni nostra azione, ammettere di sentire la nostalgia di qualcosa di così futile come il gioco del pallone è una boccata d’aria che ci riconcilia con noi stessi. Dovremmo tutti, ogni tanto, fare come Mourinho, lasciarci andare a confessioni come la sua, disertando le truppe dei cinici di professione. Le lacrime, quelle non sono necessarie. Ma se dovessero venire, non tratteniamole.
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