Milano: zingari abruzzesi a capo della centrale di ricettazione

Arrestati tre parenti e tre"collaboratori". Secondo gli investigatori hanno ricomprato la merce rubata in oltre 500 furti avvenuti in due anni

NOVARA. Zingari di origini abruzzesi a capo di una centrale di ricettazione in un campo nomadi di Milano. i carabinieri li hanno scoperti e arrestati nel corso di un blitz in via Bonfadini. L'operazione battezzata "Prometeo" dai carabinieri del comando di Novara, avviata nel 2016, aveva in più, fasi portato a 35 arresti di albanesi.

Ieri in manette sono finiti, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, sei nomadi sinti di origine abruzzesi, che al campo avevano la centrale di ricettazione dove facevano riferimento tutti i ladri ai quali sono stati attribuiti oltre 500 furti negli ultimi due anni. Il campo nomadi di via Bonfadini è quello divenuto famoso per il baby-rapper 500 Tony che con le sue canzoni insulta gli italiani. I "capi" che gestivano le operazioni di riciclaggio sono un uomo di 51 anni, il figlio e un altro parente, ognuno con un proprio ruolo: chi operava da contabile e chi controllava la qualità della refurtiva portata al campo; a finire in manette anche tre loro "collaboratori" che però non abitavano nel campo e che avevano il compito di controllare i ladri che si rivolgevano al clan di ricettatori. Un anno fa un "colpo" molto importante venne attribuito alla banda con la scoperta, in un appartamento di Argenta (Ferrara), della cassaforte dei sinti: era murata dentro a un termosifone, conteneva 150mila euro in contanti e quasi un milione di preziosi oggetti in oro e orologi di grande marca.