TURNO DI NOTTE

Somari in geografia senza le vecchie targhe

Viaggiamo sempre di più ma conosciamo sempre di meno l’Italia. La geografia sembra essere diventata un’opinione. A saperne poco di città, province e regioni non sono solo certi politici gaffeur. C’è anche chi prende sul serio tormentoni come «Il Molise non esiste» che continua a furoreggiare sulla Rete. I nostri voti in geografia sono iniziati a peggiorare da una data che molti ignorano: il 28 febbraio 1994. Da quel giorno, infatti, le targhe delle auto smisero di portare la sigla della provincia di immatricolazione. Scomparvero progressivamente, da allora, le Pe e le Ps, le Br e le Bs, le Fo e le Fg che ci interrogavano come rompicapo nei viaggi della nostra adolescenza. Abbiamo appreso i nomi delle province anche così, guardando quelle sigle. Risolvendo quei rebus imparavamo anche a conoscere gli italiani attraverso il modo in cui guidavano. Leggende e maldicenze sull’abilità (o meno) al volante dei guidatori di certe province viaggiavano con la velocità di una Giulietta Sprint. Capitava così di convincersi che bisognava stare a una certa distanza dalle auto con la targa Ve (Venezia, per i più giovani) perché lì, in Laguna, di auto non ne circolavano affatto. E c’era anche chi prendeva l’Ss di Sassari come un affronto ideologico. Al quale replicare sbandierando, fuori dal finestrino, un pugno chiuso durante il sorpasso.
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