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10 Maggio

Oggi, ma nel 1974, ad Alessandria, nel carcere di piazza don Soria, i detenuti Cesare Concu, Domenico Di Bona e Everardo Levrero davano vita alla rivolta armata con tentativo di evasione che veniva represso nel sangue dai carabinieri comandati dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Nello scontro a fuoco morivano Concu e Di Bona, ma anche le guardie carcerarie Sebastiano Gaeta e Gennaro Cantiello, il medico Roberto Gandolfi, l'assistente sociale Graziella Vassallo Giarola e l'insegnante Pier Luigi Campi. Tutti, a vario titolo, lavoravano nel penitenziario. La protesta nella struttura di reclusione diretta da Federico Sarlo era cominciata il giorno precedente, 9 maggio, con i galeotti asserragliati nell'infermeria con 13 ostaggi e due pistole. Avevano chiesto di essere lasciati andare in fuga con una macchina messa loro a disposizione, ma arrivò la risposta dura dello Stato che provocò le vittime (nella foto, le ambulanze arrivate a raccogliere i cadaveri insieme ai mezzi delle forze dell'ordine). La fermezza era stata dettata soprattutto dal clima pre referendum sul divorzio, del 12 e 13 maggio successivi, che obbligava le istituzioni a mantenere l'ordine pubblico a ogni costo in ciascuna città. A nulla erano valsi gli interventi di mediazione del sindaco socialista di Alessandria, Felice Borgoglio, e del prete Remigio Cavanna.

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