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10 Marzo

Oggi, ma nel 1661, a Parigi, Luigi XIV di Borbone, a 23 anni, assumeva il pieno dominio sul regno di Francia non nominando un primo ministro. Pur essendo teoricamente regnante dal 14 maggio 1643, quando non aveva ancora 5 anni, praticamente ogni decisione era stata fino ad allora demandata al cardinale Giulio Mazzarino. La presa di potere del Re sole (il suo regno durerà complessivamente 72 anni, fino al 1715) avveniva per la morte, il giorno prima, 9 marzo, proprio del primo ministro plenipotenziario Mazzarino, il successore del cardinale Richelieu, la vera mente della corte francese. Mazzarino, nato a Pescina, in provincia dell'Aquila, nel 1602, era stato sconfitto da un'infiammazione renale, tecnicamente pielonefrite, a 59 anni ancora da compiere ed era rifugiato nel castello di Vincennes dall'8 febbraio precedente sperando in un miglioramento. Luigi XIV si fidava solo di Mazzarino e lo definiva «il suo unico amico». Addirittura il re per poterlo incontrare prima che spirasse aveva infranto il protocollo di corte che prevedeva che il sovrano non dovesse assolutamente entrare in contatto con la morte (nella foto, il momento della visita in un particolare d'un fotogramma del film per la televisione francese "La prise de pouvoir par Louis XIV" del regista Roberto Rossellini del 1966). Il forte rapporto fiduciario tra Luigi XIV e Mazzarino si alimentava anche in contrapposizione alle ruberie e agli intrighi di corte operati incessantemente dal sovrintendente generale alle finanze Nicola Fouquet. Con la morte di Mazzarino e il cambio di rotta al governo il sovrano segnerà la fine delle grandi rivolte nobiliari, parlamentari, protestanti e contadine che avevano contraddistinto i decenni precedenti.

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