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14 giugno

Oggi, ma nel 2014, a Motta Visconti di Pavia, Carlo Lissi (al centro nella foto) di 32 anni uccideva nella sua villetta di via Giuseppe Ungaretti a coltellate alla gola la moglie Maria Cristina Omes di 39 e poi anche i figli Giulia di 4 anni e Gabriele di 20 mesi nel medesimo modo. Il triplice omicidio era motivato dal volersi sbarazzare della famiglia per poter essere libero di iniziare una nuova relazione sentimentale con Maria, collega nell'azienda Wolters Kluver di Assago nella quale era impiegato come informatico, conosciuta nel marzo precedente, che però non lo ricambiava. Prima della mattanza aveva avuto un rapporto intimo con la moglie sul divano mentre i bambini dormivano. Poi il marito-padre killer andrà a vedere la partita di calcio dei mondiali Italia-Inghilterra con degli amici e al ritorno nell'abitazione simulerà una rapina, ma non verrà creduto per la presenza di tagli sospetti sulle dita della mano destra dovuti alla colluttazione con Maria Cristina. Verrà arrestato dai carabinieri di Abbiategrasso 48 ore dopo i tre delitti. Confesserà le sue colpe e aggiungerà di aver tentato il suicidio, ma di non esservi riuscito. Dirà anche di aver già avuto due esperienze extraconiugali prima dell'infatuazione per Maria che in realtà era diventata un'ossessione. Aveva conosciuto la Omes nel 2003 ed erano sposati da 6 anni. Il coltello da cucina con lama da 30 centimetri utilizzato come arma verrà ritrovato dai militari in un tombino in via Giuseppe Mazzini. Il 18 gennaio 2016 Lissi verrà condannato all'ergastolo, oltre al pagamento di un risarcimento di 100mila euro alla madre di lei Giuseppina Redaelli e di 50mila al fratello della vittima Fulvio Omes. Il 27 gennaio 2017 rinuncerà all'appello ritenendo giusta la pena del carcere a vita avuta in primo grado per le sue azioni.