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14 luglio

Oggi, ma nel 1944, nella zona San Polo di Arezzo, i soldati nazisti del 274° reggimento corazzato della divisione 94 di fanteria, comandati dal tenente Wolf Ewert, coadiuvati da un reparto di fanti della divisione 305, capeggiato dal generale Friedrick Wilhelm Hauck, giustiziavano 48 civili. L'azione avveniva durante le manovre di ripiegamento prima dell'arrivo degli Alleati, durante la seconda guerra mondiale. I malcapitati erano stati tratti in prigionia nel corso del rastrellamento del vicino rione di Molin dei Falchi. Dopo essere stati seviziati venivano gettati ancora vivi in tre fosse comuni, da 10, 15 e 23 corpi, nel giardino di villa Gigliosi, ricoperti di terra, imbottiti di involucri di gelatina esplosiva e fatti saltare in aria. I cadaveri verranno riesumati (nella foto un momento delle operazioni di scavo) il 17 e 18 luglio, su indicazione dell'arciprete Angelo Lazzeri, e traslati nel cimitero di San Polo dopo la liberazione di Arezzo, da parte dell'VIII armata britannica, del 16 luglio. Tra le salme figuravano anche i partigiani Eugenio Calò, nato nel 1906 a Pisa, ebreo, e Angelo Ricapito, del 1923 di Giovinazzo, vice comandanti della brigata Garibaldi 23 intitolata a Pio Borri, che verranno insigniti della medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Oltre i 48 deceduti altri uomini, donne e bambini erano stati passati per le armi durante il percorso dal luogo di cattura verso il campo di morte. La macabra contabilità ammontava complessivamente a 65 vittime. Ma lo stesso 14 luglio, parte dei militari che si macchiarono della mattanza, avevano anche preso parte all'azione contro altri 13 civili verificatasi nella limitrofa San Severo di Arezzo.