#TODAY

14 Ottobre

Oggi, ma nel 1920, a Palermo, in corso Vittorio Emanuele, un sicario, che rimarrà ignoto, accoltellava mortalmente il sindacalista Giovanni Orcel, palermitano del 1887, segretario del comparto degli operai metallurgici della Camera del lavoro del capoluogo siciliano, per ordine di don Sisì Gristina, capo mandamento di Cosa nostra di Prizzi. La vittima, sposata con Rosaria Accomando, di 27 anni, era stata eletta come guida della Fiom palermitana, che contava 2mila iscritti, l'anno precedente, nonostante fosse di mestiere un tipografo. Nell'organizzazione di difesa del lavoro dei metalmeccanici, tra i quali figuravano pure le maestranze dei cantieri navali che rappresentavano una quota consistente degli aderenti, rientravano anche i contadini. Quest'ultimo accordo, benché tecnicamente bizzarro, era proprio alla base della linea di inclusione massima portata avanti da Orcel: per rafforzare il peso dei metalmeccanici da un lato e per garantire a chi lavorasse la terra, per lo più braccianti, una tutela più ampia e meglio organizzata. Tra gli altri punti del programma sindacale di Orcel c'erano anche: la lotta al carovita crescente nel periodo immediatamente dopo la fine della prima guerra mondiale, il perseguimento degli aumenti salariali da considerarsi un risultato anche se raggiunti in scatti minimi, l'istituzionalizzazione delle 8 ore di lavoro per evitare di ufficializzare lo sfruttamento delle maestranze, il riconoscimento del ruolo del sindacato all'interno delle fabbriche. Lo scontro tra la visione progressista e riformista del socialista Orcel contro l'immobilismo fortemente agognato dalla mafia locale, interessata solo al proprio tornaconto, fu il movente dell'omicidio politico destinato a rimanere senza colpevoli assicurati alla giustizia. Per depistare le indagini verranno battute, inutilmente, anche le piste più improbabili, come quella di una pretestuosa rivalità all'interno del sindacato o la storia extraconiugale intrecciata dal malcapitato . A fornire l'indirizzo più probabile del delitto, ovvero che fosse stato commissionato dagli uomini d'onore ai quali Orcel avesse osato pestare i piedi, sarà proprio la vedova. Nel 2007, in concomitanza con la triste ricorrenza, nel luogo dell'agguato mortale, la Cgil siciliana, insieme al centro Peppino Impastato, apporrà una targa (nella foto) commemorativa.