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15 Aprile

Oggi, ma nel 1867, a Parigi, nell'esposizione universale voluta da Napoleone III, l'industriale Francesco Cirio (nella foto, il bassorilievo e la targa a lui dedicati apposti nel 1910 a Torino, in piazza della Repubblica, a Porta Palazzo) veniva premiato per la qualità delle sue conserve alimentari. Iniziava da quel momento l'esportazione internazionale (fino a Sidney) e nel 1900, alla morte di Cirio, dopo lo spostamento della sede societaria principale dal capoluogo sabaudo a San Giovanni a Teduccio nel Napoletano, il marchio sarà già uno dei più conosciuti del settore a livello europeo. Cirio, classe 1836, nato a Nizza Monferrato, aveva cominciato da garzone con i piselli trattandoli per primo in Italia con la tecnica di "appertizzazione", inventata dal cuoco francese Nicolas Appert nel 1795, nel locale affittato a Torino in via Borgo Dora 34 dove aveva fatto installare un camino e due grandi caldaie. In precedenza aveva tirato avanti comperando ortaggi al mercato di Porta Palazzo, acquistandoli a prezzo ridotto in chiusura, e poi rivendendoli con un carretto nelle zone decentrate della città piemontese. Questo business aveva però sollevato il problema della conservazione dell'invenduto per evitare rimesse e, in seconda istanza, anche quello di permettere il consumo di frutti della terra fuori stagione. Solo in seguito, dopo il rodaggio con i piselli, i peperoni e i carciofi, passerà a lavorare i pomodori, per lui simbolo del Paese del sole e del mare, dando vita al prodotto che più di tutti connoterà la sua intrapresa commerciale: i pelati Cirio, non ancora in barattoli di latta. L'esposizione parigina, la prima del genere divisa per padiglioni e con suddivisione per agricoltura, industria, belle arti, era stata inaugurata il primo aprile e alla chiusura, il 3 novembre di quell'anno, farà registrare complessivamente 15 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. Prima di quella occasione, Cirio aveva ottenuto riconoscimenti nelle esposizioni agrarie di Torino del 1864 e del 1865.

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