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15 Maggio

Oggi, ma nel 1948, a Treviglio, in provincia di Bergamo, lungo la strada dalla frazione di Geromina diretta a Pontirolo nuovo, veniva ucciso a colpi di pistola il motociclista di 28 anni Bruno Tura. L'omicidio rimarrà impunito e senza una spiegazione ufficiale. Anche la dinamica e il movente rimarranno un giallo della Lombardia del secondo dopoguerra. Nel luogo della morte verrà apposto dagli amici un rudimentale cippo commemorativo con una scritta a vernice bianca su una tavoletta di legno scuro. A partire dal 1949 verrà dedicata a Tura la gara ciclistica Treviglio-Oltre il colle, sulla distanza di 56,9 chilometri, caratterizzata da un dislivello che partiva dai 125 metri sul mare di Treviglio salendo fino ai 1030 di Oltre il colle, che appunto si trova oltre il colle di Zambla, destinata alla categoria allievi e con traguardo ai piedi del monte Alben di 2019 metri. Nel 1960, la gara diventerà un appuntamento ben più organizzato rispetto alle pionieristiche edizioni precedenti e con rilevanza nazionale nei vivai ciclistici. Verrà promossa dal presidente Antonio Semenza con la collaborazione di Ambrogio Possenti, Mario Fontana, Paolo Sudati e Bepi Bertelli. In quella occasione verrà vinta da un giovane Felice Gimondi (nella foto, diciassettenne al momento della premiazione), classe 1942, bergamasco di Sedrina, che alzerà al cielo la coppa Bruno Tura. Solo cinque anni dopo, nel 1965, passato nella dimensione dei professionisti (lo rimarrà fino al 1979), con la maglia della squadra Salvarani, Gimondi trionferà al Tour de France e nella sua prima grande vittoria internazionale ricorderà anche la misteriosa fine di Tura.

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