TODAY

15 marzo

Oggi, ma nel 1923, il regio decreto legge 692 stabiliva in 48 ore settimanali e 8 giornaliere il tetto massimo del tempo da poter trascorrere al lavoro per i dipendenti. Verrà convertito nella legge 473 del 17 aprile 1925 che fisserà anche in 12 settimanali e 2 al giorno le ore di prestazione lavorativa straordinaria da sommarsi alle 48/8. Questo impianto, necessario per tentare di arginare, almeno formalmente, la diffusa abitudine italiana, ma non solo da parte degli imprenditori, degli industriali e dei proprietari terrieri di sottoporre le maestranze a turni infiniti, sostanzialmente reggerà fino alla parziale revisione che avverrà con la legge 196 del 24 giugno 1997 necessaria anche per adeguare i parametri ai nascenti standard europei. La regolamentazione delle 8 ore di lavoro quotidiane sancita nel 1923, che di fatto faticherà ad essere rispettata, ma comunque rappresenterà una iniziale e formale conquista, nasceva dalla proposta avanzata dal deputato socialista Filippo Turati (nella foto particolare del frontespizio della sua relazione e del disegno di legge presentati al Consiglio nazionale del lavoro nel luglio 1919 e pubblicato a Milano da Treves nel 1920). Turati era stato non a caso il fondatore con l'ingegnere Guido Albertelli, a Genova il 14 agosto 1892, del "Partito dei lavoratori" che resisterà fino al 12 novembre 1994 cambiando nome il 13 gennaio 1895 a Parma in "Partito socialista italiano".