#TODAY

15 Settembre

Oggi, ma nel 2001, a Klettwitz, sul circuito tedesco del Lausitzring, Alessandro Zanardi, su Reynard-Honda, al 13° giro, nel campionato americano formula Cart, dopo essere sbandato all'uscita dai box per l'acqua e l'olio presenti sull'asfalto, veniva travolto dalla vettura dell'italo-canadese Alex Tagliani. Nell'incidente (nella foto, Zanardi ancora intrappolato nella monoposto) il pilota bolognese, classe 1966, subiva danni agli arti inferiori tali da richiedere l'amputazione in ospedale a Berlino dopo il trasporto in elicottero. Nello stesso circuito, il 25 aprile dello stesso anno, era morto Michele Alboreto, mentre testava un'Audi R8 sport. Zanardi, che aveva debuttato in Formula 1 nel Gran premio di Spagna 1991 con la Jordan, tornerà a correre e chiuderà anche, simbolicamente, la metà della gara non terminata in Germania il giorno dello scontro che stava per costargli la vita. Il 28 agosto 2005, a Oschersleben, su Bmw 320si wtc, vincerà la seconda gara del mondiale turismo. Poi, dopo essersi lasciato alle spalle le auto da competizione, inclusi 44 gran premi di F1 disputati (1991 con la Jordan, 1992 con la Minardi, 1993 e 1994 con la Lotus, 1999 con la Williams), dal 2007, si dedicherà al ciclismo paralimpico vincendo, tra l'altro, 4 medaglie d'oro a cinque cerchi: 2 a Londra 2012 e altrettante a Rio de Janeiro 2016 e diventando un punto di riferimento per coloro che, non solo nello sport, non si siano arresi davanti a situazioni esistenziali drammatiche.

@RIPRODUZIONE RISERVATA