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16 Giugno

Oggi, ma nel 1979, a Roma, moriva dopo 19 giorni di coma il militante del Fronte della gioventù Francesco Cecchin di 17 anni (nella foto, i funerali con a sinistra della bara Gianfranco Fini, leader nazionale del Fdg, al microfono). Nella notte tra il 28 e il 29 maggio era stato ritrovato agonizzante ai piedi di un parapetto alto 3 metri in via Montebuono. Era fuggito dopo un tentativo di aggressione ai suoi danni avvenuto in piazza Vescovio da parte di un gruppo di militanti della vicina sezione del Partito comunista italiano di via Montebuono. Il diverbio era iniziato nel pomeriggio del 28 per l'occupazione degli spazi elettorali con i manifesti del Fdg e del Pci e aveva discusso con il segretario della sezione comunista Sante Moretti che lo aveva anche minacciato. Cecchin era originario di Nusco ed era nato nel 1961. Per l'omicidio _ che dai giudici verrà riconosciuto come volontario e non preterintenzionale _ l'1 luglio successivo verrà arrestato Stefano Marozza, militante rosso e proprietario della Fiat 850 avvistata in piazza Vescovio prima dell'agguato. Ma verrà assolto il 24 gennaio 1981, per non aver commesso il fatto. Quindi in sostanza per la morte di Cecchin non ci sarà nessun condannato. Il 16 luglio 2011, l'amministrazione municipale capitolina guidata da Gianni Alemanno (ex Fdg, ex Movimento sociale italiano, ex An, allora in forza nel Popolo della libertà) intitolerà al giovane neofascista il giardino pubblico di piazza Vescovio con la scritta "vittima della violenza politica", a pochi metri dal punto della morte, e verrà anche realizzata una stele ricordo. L'operazione scatenerà polemiche da parte della delegazione cittadina dell'associazione nazionale partigiani d'Italia e del centrosinistra dell'Urbe.

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