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17 Marzo

Oggi, ma nel 1949, a Terni, in viale Benedetto Brin, la celere della polizia interveniva sparando proiettili ad altezza d'uomo oltre ai lacrimogeni per disperdere il corteo di protesta che si dirigeva verso l'allora piazza del Popolo per manifestare contro l'adesione dell'Italia al patto dell'Atlantico deciso dal governo De Gasperi V per quel giorno. Tecnicamente il 17 marzo a Bruxelles Benelux, Francia e Regno unito firmavano il Trattato di Bruxelles mentre il 4 aprile, a Washington, avrebbero siglato il patto Nato anche l'Italia con Danimarca, Islanda, Norvegia, Portogallo, Paesi bassi, oltre a Usa, Benelux, Francia e Regno unito. Nella colluttazione contro gli operai dell'acciaieria rimaneva ucciso il fresatore Luigi Trastulli, 21 anni, sposato e già padre, colpito da tre proiettili: quello mortale gli perforava un polmone (nella foto, il funerale). Tra le maestranze in rivolta, Ettore Scatolini veniva investito da una camionetta della polizia e si ritrovava con un piede rotto e Raul Crostella, tra l'altro anche responsabile giovanile della Camera del lavoro, con una pallottola nello stomaco, e Lionello Dionisi con una sotto un'ascella, ma sopravviveranno. Giuseppe Porotti, Romolo Cardinali, Santino Cippitelli, Ilvo Biancifiori e Carlo Danieli venivano feriti dalle ripetute manganellate degli agenti. Le sinistre avevano indetto manifestazioni in tutta Italia, ma nella cittadina umbra, a forte connotazione rossa, la tensione antiatlantica era rinforzata dalla paura per i licenziamenti: erano stati annunciati 2mila tagli (che verranno effettuati nel 1953) e già 700 dipendenti erano stati rimandati a casa. L'operaio delle Officine Bosco, Sante Carboni, eternerà l'omicidio di Trastulli nella canzone "17 marzo", che verrà cantata soprattutto da Iole Peri, e che prendeva di mira le disposizioni sulla pubblica sicurezza del ministro dell'Interno, Mario Scelba.

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