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18 Agosto

Oggi, ma nel 1878, a Bagnore di Grosseto, il brigadiere dei carabinieri Antonio Pellegrini uccideva con un colpo di moschetto alla testa il predicatore David Lazzaretti, soprannominato "il Cristo dell'Amiata". Fondatore della religione del Giurisdavidismo, sorta di socialismo mistico in chiave utopistica, quando vennne fatto fuori stava conducendo la processione dal Monte Labbro verso Arcidosso, cittadina nella quale era nato nel 1834. Nel 1873 aveva cambiato il suo cognome da Lazzeretti in riferimento non tanto al Lazzaro del Vangelo, ma soprattutto al Lazzaro Pallavicino, personaggio del libro Manfredo Pallavicino di Giuseppe Rovani, presunto erede dei re taumaturghi francesi. Barrocciaio e carrettiere per sopravvivere, prima di diventare il profeta del Monte Amiata aveva anche combattuto con la divisa della cavalleria piemontese, il 18 settembre 1860, nella battaglia di Castelfidardo contro le truppe vaticane. Lazzaretti era stato scomunicato dal Sant'Uffizio nel marzo 1878, condannato come eretico dalla Chiesa di Roma guidata da Papa Leone XIII e i suoi scritti (nella foto, ritratto e frontespizio del suo testo principale di dottrina religiosa, conservato nel Centro studi a lui intitolato, ad Adcidosso) messi all'indice dei volumi proibiti. Il padre dell'antropologia criminale, Cesare Lombroso, chiederà ed otterrà il cadavere del "secondo figlio di Dio", seppellito in terra sconsacrata, per dissotterrarlo e studiarlo.

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