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2 Aprile

Oggi, ma nel 2006, a Parma, nella frazione San Prospero, il muratore Mario Alessi portava i carabinieri e i vigili del fuoco sulle rive del torrente Enza per far trovare e recuperare il cadavere di Tommaso Onofri, di 17 mesi. Era stato da lui rapito da casa Onofri, nella frazione Casalbaroncolo, e ucciso il 2 marzo precedente. Prima del sequestro Alessi, di origine siciliana, già con precedenti per aver derubato e stuprato una ragazza, aveva eseguito dei lavori di ristrutturazione in casa Onofri. Il rapimento era avvenuto togliendo l'energia elettrica e imbavagliando tutta la famiglia Onofri: Paolo, il padre, la madre Paola Pellinghelli, il figlio maggiore Sebastiano di 8 anni. Alessi il primo aprile aveva confessato il rapimento di Tommy, inizialmente pensato come "lampo" e a scopo d'estorsione, e aveva ammesso anche il delitto (nella foto, il cippo commemorativo in via del Traglione, a San Prospero, dove era stato rinvenuto il corpicino), eseguito 20 minuti dopo l'agguato perché il bambino piangeva dando fastidio. Nel 2007, verrà condannato all'ergastolo mentre la compagna Antonella Conserva, che aveva avuto funzione di autista e di appoggio, a 24 anni di prigione, e l'ex pugile e pregiudicato Salvatore Raimondi, anche lui siciliano, esecutore materiale dell'operazione con Alessi, a 20. Paolo Onofri patteggerà sei mesi di reclusione per il possesso di materiale pedopornografico rinvenuto nel suo computer di lavoro durante le ricerche del figlio più piccolo. Nel 2008, un infarto lo ridurrà in stato vegetativo fino alla morte nel 2014.