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22 agosto

Oggi, ma nel 1993, a Cianciana di Agrigento, veniva assassinato, con tre colpi di fucile di cui quello fatale al volto, l'imprenditore Diego Passafiume (nella foto), di 41 anni. La vittima era in auto con la moglie ed era il giorno dell'anniversario di matrimonio. L'esecuzione mafiosa avveniva perché l'uomo si era frapposto con la sua attività, di movimento terra e smaltimento di inerti, agli interessi crescenti di Cosa nostra, nella zona, nella gestione dei sub-appalti nel settore delle costruzioni edili. Per 25 anni l'omicidio Passafiume non avrà un colpevole assicurato alla giustizia. Nonostante alcune testimonianze utili, ma non sufficienti, alla ricostruzione dell'identikit del killer. Il 7 settembre 2018 verrà ritenuto presunto esecutore materiale del delitto Filippo Sciara, di 54 anni, agrigentino, già in carcere per altri reati, considerato affiliato alla famiglia mafiosa di Siculiana. I carabinieri del nucleo operativo di Agrigento, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, verranno aiutati nello stringere il cerchio delle responsabilità confrontando le prove raccolte, soprattutto nel 2017, con le rivelazioni dei collaboratori di giustizia: Pasquale Salemi, Maurizio Gati, Giuseppe Salvatore Vaccaro. Sciara era reputato essere stato uno dei partecipanti al rapimento e alla soppressione, mediante scioglimento nell'acido nitrico, di Giuseppe Di Matteo, classe 1981, avvenuta a San Giuseppe Jato, l'11 gennaio 1996, su ordine del boss Giovanni Brusca. Fatto di sangue, destinato ad avere enorme risalto mediatico, realizzato nel tentativo di silenziare Santino Di Matteo, padre del piccolo Giuseppe, sulle rivelazione inerenti la strage di Capaci, del 23 marzo 1992, al giudice Giovanni Falcone e seguito, e l'omicidio dell'ex uomo d'onore Ignazio Salvo, verificatosi a Santa Flavia, il 17 settembre 1992.