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23 aprile

Oggi, ma nel 1956, a Roma, nel Palazzo della consulta di piazza del Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi si teneva la seduta inaugurale della Corte costituzionale. Entrava in funzione l'organo con compito di giudicare la legittimità degli atti dello Stato e delle Regioni previsto dall'articolo 134 della Costituzione del 1948, ma attuato solo nel 1955. Presidente della Corte, con rango di quinta carica dello Stato, era Enrico De Nicola, eletto il 23 gennaio precedente. Tra i giudici costituzionali (1/3 nominati dal Quirinale, 1/3 dal Parlamento in seduta comune e 1/3 dalle supreme magistrature: Corte di cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei conti) non poteva partecipare alla prima seduta Giuseppe Capograssi. Il filosofo del diritto di Sulmona, classe 1889, nominato dal presidente Gronchi, che aveva giurato il 15 dicembre 1955 (nella foto proprio il momento del suo giuramento), insieme agli altri 15 giudici costituzionali, infatti, moriva proprio il 23 aprile 1956. Capograssi era stato avvocato e accademico nelle università di Sassari, Macerata (dove aveva anche ricoperto la carica di rettore), Padova, Roma e Napoli. La prima questione di legittimità costituzionale affrontata dalla Corte nella seduta d'apertura era quella che in sostanza porterà alla sentenza del 5 giugno successivo, pubblicata in Gazzetta ufficiale numero 146 del 14 giugno 1956, che renderà caduca la norma del codice penale fascista con divieto di distribuire volantini sindacali.