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25 luglio

Oggi, ma nel 2018, a Zurigo, nell'ospedale universitario, moriva, a 66 anni, ufficialmente per complicazioni polmonari, Sergio Marchionne. Era ricoverato in quella struttura dal 27 giugno precedente per farsi operare la spalla destra. Dal 22 luglio era in coma irreversibile. Fatale gli era stato il vizio di fumare sigarette. Era nato a Chieti nel 1952, il padre Concezio, maresciallo dei carabinieri, era originario di Cugnoli in provincia di Pescara, e non aveva mai minimizzato le sue origini abruzzesi, nonostante la caratura mondiale del suo lavoro e l'essere cresciuto in Canada. L'ultima apparizione pubblica, da amministratore delegato di Fiat Chrysler auto, era stata il 26 giugno 2018, a Roma, per consegnare (nella foto) una Jeep Wrangler in speciale livrea blu a bande rosse, al comando generale dei Carabinieri. Marchionne era entrato nel consiglio d'amministrazione del Lingotto, a Torino, nel giugno 2003, per volere di Umberto Agnelli. Dal giugno 2004 era stato nominato "ad" di Fiat e dal giugno 2009 era amministratore delegato di Chrysler group, che poi diverrà Fca. Il 13 ottobre 2014 aveva anche sostituito Luca Cordero di Montezemolo come presidente della Ferrari. In occasione del primo anniversario della scomparsa dell'uomo col maglione girocollo, personaggio chiave del rilancio internazionale dell'azienda automobilistica nata nel capoluogo sabaudo, verrà ufficializzato l'impegno di John Elkan, presidente Fca, con Fabiola Gianotti, direttore generale del Cern, di intitolare a Marchionne l'auditorium di Ginevra, da 900 posti, del nuovo centro per l'educazione e la divulgazione delle scienze, edificato su progetto dello studio di architettura Renzo Piano, con la donazione di 45 milioni di franchi svizzeri da parte di Fca al Cern.