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26 ottobre

Oggi, ma nel 2000, a Porto Torres, veniva dato l'allarme per il rapimento di Stefano Lorenzi, imprenditore di 28 anni di Mondovì, rampollo del senatore leghista Luciano (padre e figlio insieme nella foto a Vicoforte). Per 80 ore l'Italia sarà in apprensione temendo il ritorno dell'Anonima sequestri in Sardegna e facendo scattare il piano per la ricerca e la eventuale liberazione dell'ostaggio. Poi, invece, il giovane, che era arrivato a Cagliari da Genova, verrà fermato dalla polizia alla stazione dei treni Termini a Roma, dove era giunto passando per Civitavecchia, e confesserà la messinscena. Era stato un suo piano, nel quale aveva coinvolto anche Gianfranco Pillosu, per cercare di ottenere un riscatto dalla famiglia che servisse per risollevare il bilancio deficitario della sua azienda, la Condor, specializzata nella progettazione di macchinari per la lavorazione del legno. Patteggerà 14 mesi di reclusione per simulazione di reato e procurato allarme. Racconterà anche di come avesse ipotizzato come soluzione il suicidio (dopo che fosse sfumata la vendita di un maxitrasportatore per tavole traverse con tripla chiodatrice da 2 miliardi di lire), ma non avesse avuto il coraggio di metterlo in atto pensando alla moglie Carla Biarese e ai due figli.