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27 Settembre

Oggi, ma nel 1981, a San Cataldo di Caltanissetta, veniva ucciso da Cosa nostra Emanuele Cerruto, classe 1946, soprannominato "il poeta mafioso" per i suoi componimenti in versi (nella foto, particolare di un manifesto dell'81 conservato nel centro di documentazione Emanuele Cerruto di Roma con lo stralcio di una poesia tratta da Polvere d'ossa), militante di Lotta continua, considerato il primo stiddaro della zona, ritenuto dedito ad estorsioni in contrapposizione agli uomini d'onore sancataldesi. Mandante ed esecutore materiale dell'omicidio non verranno mai individuati ufficialmente. Verrà persino tagliato l'albero di corso Sicilia, luogo dell'agguato mortale, dove il padre Carmelo porterà i fiori per ricordare il figlio. Poi, il 24 novembre 1982, sempre a San Cataldo, il boss locale Leonardo Messina ammazzerà anche Carmelo, nato nel 1926, brigadiere della polizia penitenziaria in servizio nell'istituto per minori cittadino, che indagava sull'omicidio di Emanuele. Messina, classe 1955, si autoaccuserà, il 22 novembre 1992, quando comincerà a pentirsi e, nell'operazione Leopardo, collaborando anche con il giudice Paolo Borsellino, farà arrestare 200 mafiosi. Messina sarà anche il primo collaboratore di giustizia a menzionare la faida con la stidda e soprattutto a rivelare la presunta affiliazione mafiosa del leader democristiano Giulio Andreotti, con la frase: «Il Divo è punciutu».

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